La casa bianca tende la mano all’Eliseo, ma la risposta è gelida. Barack Obama è stato infine costretto a piegarsi e ha telefonato a Francois Hollande: lo spionaggio dell’Nsa ha colpito anche la Francia e da Parigi le reazioni sono state subito forti. I dati telefonici intercettati sono stati milioni, ma Obama si difende: “Certa stampa ha distorto le nostre attività”, attività che comunque sollevano “interrogativi legittimi per i nostri amici e alleati”.
Insomma, un chiedere scusa che però è anche un “non è stato così grave”. Eppure dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013, la Nsa avrebbe effettuate ben 70 milioni di registrazioni di dati telefonici: lo si legge nei documenti di Snowden pubblicati dal quotidiano Le Monde. Ma lo scandalo datagate però si allarga: il portavoce delle rivelazioni di Edward Snowden, il giornalista Glenn Greenwald, ieri sera ha affermato che tutti i paesi dell’America Latina sono stati spiati dagli Stati Uniti. Il Messico ha subito chiesto l’apertura di una indagine e dall’Eliseo intanto soffia un vento gelido.
Il presidente francese Hollande infatti ha espresso un “profondo rammarico” e “disapprovazione” per l’attività di spionaggio che gli Stati uniti hanno applicato per il paese, da sempre alleato dei governi a stelle e strisce. Il numero uno del governo francese ha annunciato che al prossimo vertice Ue del 24 e 25 ottobre proporrà “un regolamento sulla protezione dei dati personali” e intanto Kerry e Fabius domani avranno un incontro a Parigi per discutere dell’inghippo internazionale, prima di volare a Londra per una riunione degli amici della Siria.