Rosy Bindi è nata a Sinalunga, in provincia di Siena, il 12 febbraio 1951. Laureata in Scienze politiche alla Luiss e ricercatrice in diritto amministrativo, si affaccia alla politica attiva nel 1989, quando viene eletta per la Democrazia cristiana al Parlamento europeo, nella Circoscrizione Nord-Est con 211.000 preferenze. Una scelta maturata dopo una lunga militanza nell’Azione cattolica a cui si era iscritta giovanissima e di cui diventerà, tra ’84 e l’89 vicepresidente nazionale. Il 12 febbraio del 1980 e’ al fianco del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet, quando viene colpito a morte da un commando delle Brigate rosse.
Segretaria della Dc in Veneto, prende le distanze da Tangentopoli e promuove la nascita del Partito popolare italiano. Eletta alla Camera dei deputati nel ’94, conduce una ferma opposizione al primo governo Berlusconi. Con Nino Andreatta e Romano Prodi è tra i promotori dell’Ulivo e lavora alla creazione di una nuova alleanza di centrosinistra. Dopo la vittoria elettorale del ’96 è Ministro della Sanità nel primo governo Prodi, incarico confermato fino alla primavera del 2000. Rieletta, nel 2001, alla Camera dei deputati nelle liste dell’Ulivo (collegio uninominale della Valdichiana in Toscana) è tra i più convinti promotori dell’evoluzione dell’Ulivo da alleanza elettorale a vero e proprio soggetto politico. Con questo obiettivo ha sostenuto la nascita della Margherita, di cui diventa responsabile per le politiche sociali.
Rieletta alla Camera nella circoscrizione della Toscana nelle elezioni del 2006, è nominata ministro per le Politiche per la Famiglia nel nuovo governo Prodi. Contribuisce alla nascita del Partito Democratico, si candida alle primarie del 2007 per la segreteria del partito, arrivando seconda con quasi mezzo milione di voti. Nelle politiche del 2008 viene eletta deputato nelle liste Pd della Toscana, ed è eletta vicepresidente della Camera. Nelle primarie del Pd del 2009 ha sostenuto la candidatura di Pier Luigi Bersani e il 7 novembre 2009 è stata eletta presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, carica da cui poi si è dimessa dopo le elezioni del 2013, che avevano visto la sua riconferma alla Camera.