Sono diciotto le firme dei parlamentari regionali apposte sul documento con cui Movimento 5 Stelle e Lista Musumeci all’Ars chiedono la sfiducia del presidente della Regione Rosario Crocetta. Nessuna defezione. Parola di Nello Musumeci in persona.
“Per presentare una mozione di sfiducia non servono le firme autografe. Sono i capigruppo che danno i nomi di chi sostiene il documento. Poi eventualmente chi dovesse cambiare idea chiede di disconoscere la firma in calce. Questo non è accaduto, quindi le firme sono 18, quelle necessarie per poter presentare la mozione. Se poi qualcuno dovesse ripensarci, ci penseremo al momento”.
Crocetta la settimana prossima riferirà a Sala d’Ercole sulla crisi di governo. Non potrebbe convincervi a ritirarla o posticiparla?
“Non c’è nulla che Crocetta possa dire per indurci a ritirare la mozione. Si tratta di un documento con un alto significato politico che serve per fare chiarezza sulla geografia dei gruppi parlamentari, per capire dove finisce la maggioranza e comincia l’opposizione. Anche se nessuno in fondo crede che la mozione di sfiducia possa andare a buon fine”.
Perché? Sono in molti, anche nella presunta maggioranza, ad essere insoddisfatti dell’operato del governatore.
“Sì, ma lei ha mai visto un tacchino sperare di anticipare il Natale? Non ci facciamo troppe illusioni. Nessuno vorrà lasciare così presto la propria poltrona”.
Ma immagino che proverete a lavorare ai fianchi gli altri parlamentari, soprattutto i più scontenti, perché votino la mozione…
“Dovrebbero essere i siciliani a lavorare ai fianchi i propri rappresentanti politici perché soltanto chi non vede, non sente e non ha voce può non accorgersi della terribile situazione in cui versa la Sicilia.Per 12 mesi siamo stati opposizione responsabile, incalzante e propositiva. Ma un anno è passato e dall’altra parte ci sono stati soltanto annunci e proclami. Neanche un solo nodo strutturale della crisi socio-economica dell’isola è stato affrontato. Diventa inevitabile prendere un serio provvedimento”.