Enrico Letta interviene all’edizione serale del Tg1 e commenta i contenuti della legge di stabilità appena redatta e che ha iniziato il suo iter parlamentare. Crisi economica in primo piano, ma il presidente del Consiglio non si scoraggia: “E’ evidente che se ci fossero stati più soldi saremmo stati tutti contenti di metterne di più a disposizione – ha detto il premier -, ma dalla crisi si esce un passo per volta. Penso e credo che sia importante dire ai critici: ‘Forse era meglio una legge di stabilità come gli anni scorsi, con tagli alla sanità e al sociale, con aumenti di tasse?'”, ha chiesto il premier. “Questa è una legge che per la prima volta abbassa il deficit, il debito e la spesa primaria, oltre a un po’ di tasse per i lavoratori e le imprese, aiuta i Comuni allentando il patto di stabilità”.
Letta ha voluto sottolineare ancora una volta che “si tratta di una legge di stabilità che per la prima volta dopo molti anni non tocca la sanità, mette degli investimenti sociali e soprattutto riduce le tasse. La Service Tax sarà, come sempre detto, molto meno della somma di Imu e Tares”. Quella dei 14 euro in più in busta paga è, per Letta, “una polemica inventata. Non vedrà mai la cifra ’14 euro’ nella legge di stabilità. Noi abbiamo messo a disposizione 5 miliardi di euro in tre anni di riduzione di tasse per i lavoratori. Il Parlamento e le parti sociali decideranno come usare questi soldi e io spero che li usino al meglio per far sì che il beneficio fiscale vada a chi ha più bisogno, penso alle famiglie con più figli”.
Naturalmente si parla anche del continuo stare sulla corda di un governo di larghe intese che, spesso, le perde di vista. Con le dimissioni di Monti e le parole di disagio di Fassina, il premier si trova ad affrontare altre due piccole grane: “Ormai sono abituato a convivere con l’instabilità – ha detto Letta -, ma lo faccio perché voglio che ci sia un governo funzionante. Parlerò con Monti e Fassina ma sono convinto che saranno questioni che ci consentiranno poi di essere più forti”.
Infine una battuta sul congresso che potrebbe eleggere Matteo Renzi segretario. “Non lo temo, anzi spero che ci sia forte impegno, una forte leadership perché i problemi sono complicati. Ho bisogno di leader forti, di partiti coesi e di un governo come il nostro che, nonostante difficoltà e instabilità, ha voglia di affrontare i problemi per come sono e soprattutto di mettere in campo le soluzioni”, ha concluso.