Giusi Nicolini, sindaco “coraggio” di Lampedusa è infuriata per la decisione del Governo di svolgere i funerali “di Stato” delle vittime del naufragio di Lampedusa ad Agrigento. “Cosa rappresenta Agrigento per chi è stato coinvolto in questa tragedia? Niente! È soltanto la città di Alfano”.
Come mai questa decisione di svolgere lì i funerali?
“Non ne ho idea. Io sono stata chiamata dal capo di gabinetto del vice premier e ministro dell’Interno Alfano con cui mi veniva comunicata la data e il luogo della cerimonia. Quindi, non per chiedermi se mi andava bene, cosa ne pensavo, per valutare insieme, ma soltanto per informarmi, a cose già fatte”.
Come dire, a lei i disagi, i dispiaceri, le emergenze, ad altri le passerelle.
“Più o meno sì. Agrigento è un luogo anonimo per le vittime e per tutti coloro i quali hanno vissuto il naufragio in prima persona. È vero che molti comuni dell’Agrigentino hanno accolto nei propri cimiteri le salme dei migranti morti, ma lo hanno fatto anche tanti altri comuni della Sicilia”.
Lei, tra l’altro, non ci sarà, perché sarà a Roma per incontrare il presidente della Repubblica Napolitano. Cosa gli dirà?
“Ho bisogno di parlare con lui, perché dei partiti non mi fido più. I politici giunti sull’isola all’indomani della tragedia avevano promesso, tra le altre cose, dei funerali di Stato e questo è stato il risultato: il premier (di un partito) dice una cosa e il suo vice (di un altro partito) ne organizza un’altra. Ho paura che tutte le promesse che mi sono state fatte, per venire in aiuto dei lampedusani, siano soltanto parole vuote. È per questo che voglio parlare con il Capo dello Stato: ho bisogno di andare oltre la politica, perché questa di Lampedusa è un’emergenza mondiale, che non riguarda soltanto noi. Abbiamo gli occhi del mondo puntati addosso”.
Teme il momento in cui i riflettori si spegneranno sull’isola?
“Oggi hanno recuperato ancora tre corpi. C’è chi pensa che sia finita, ma non è mai finita. Il centro di prima accoglienza per esempio è in condizioni terribili, con quei poveretti accampati in ogni angolo, persino all’esterno. Io devo chiedere l’autorizzazione per entrare, perché se dipendesse da me, o dai lampedusani, quei poveretti non sarebbero certamente trattati nel modo in cui li trattano”.
Sindaco, lei deve essere stanchissima, è un periodo molto duro.
“Sono stanca, ma non tanto da farmi scoraggiare da una ‘cerimoniuncola’ come quella che organizzeranno ad Agrigento”.