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La fine del finanziamento pubblico | Cosa succederà ai partiti di casa nostra

La Camera ha votato: 288 si, 115 no e 7 astenuti. Il ddl che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti è stato approvato. L’abolizione non sarà immediata, ma sono stati approvati i finanziamenti privati ai pariti. Ma è stato posto un limite alle somme che potranno essere versate ai partiti. Il limite si modificherà in modo graduale nei prossimi 3 anni. Infatti per i primi tre anni il tetto massimo sarà calcolato in base al bilancio del singolo partito:  nel 2014 del 15%, nel 2015 del 10%, nel 2016 del 5 per cento. Dal 2017 il limite alle donazioni prenderà invece una forma statica.

Come si finanzieranno adesso i partiti?

Per il diritto di esercitare l’attività di partito non mancheranno alcune forme di finanziamento pubblico. La prima forma di finanziamento sarà indiretta e avverrà attraverso la destinazione del 2 per mille in base ad una scelta volontaria del cittadino. Ma non solo imposte indirette. Saranno, infatti, possibili dei contributi da parte dei privati che andranno a quei partiti e movimenti politici possessori degli “standard” di democraticità e trasparenza richiesti e che avranno inoltre uno Statuto e saranno iscritte ad un nuovo registro.

La valutazione per l’ammissione al registro dei partiti sarà fatta da una Commissione “di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. Inoltre, come già in passato hanno fatto alcuni partiti, è prevista una certificazione esterna sui rendiconti del partito da parte di una società di revisione.

Un limite alle singole donazioni ?

Ma piuttosto che l’annullamento del finanziamento pubblico, la parte del ddl che più di tutte cambia la dimensione a cui siamo abituati sono le donazioni private e il loro tetto massimo. Le persone giuridiche come fondazioni, associazioni e società non potranno superare il tetto massimo di duecento mila euro annui di donazione, più alto il tetto per le persone fisiche che potranno donare ai partiti fino a trecentomila euro annui. Ma non a tutte le forme di donazione è stato posto un tetto massimo. Quelle effettuate attraverso un lascito, una disposizione testamentaria, potranno essere di qualsiasi importo e lo stesso vale per i trasferimenti di denaro o di natura patrimoniale tra diversi partiti.

Sarà conveniente donare ai partiti?

Il ddl approvato dalla Camera prevede una serie di diverse tipologie di detrazioni fiscali. Per le donazioni con importi compresi tra i 30 euro e i ventimila euro annui la detrazione sarà del 37 per cento, mentre sarà del 26 per cento per importi compresi tra tra 20.001 e 70.000 euro annui. Maggiori, invece, le detrazioni fiscali anche per la partecipazione a corsi di formazione o scuole organizzate o promosse dai partiti saranno del 75%, per importi annui fino a 750 euro.

Proviamo ogni strada…

Televisione e web sono sempre più parte integrante e non solo accessoria della politica, ma adesso non solo nella tradizionale veste di volano mediatico. La rete e gli sms per raccogliere fondi. I partiti potranno, se ci sarà il via libera del Senato, raccogliere donazioni attraverso gli sms (come quelli per raccogliere fondi in caso di gravi disastri e calamità o per votare i personaggi di un reality) e saranno anche esenti da Iva.

Sanzioni per chi non rispetta le nuove regole 

Le prime sanzioni non sembrano sconvolgere, almeno per alcuni partiti, nulla rispetto al passato. Per i partiti che non presenteranno alle elezioni almeno il 40 per cento di donne sono previsti dei tagli, ancora da definire le percentuali e i dettagli, ai finanziamenti ottenuti con la donazione del 2 per mille.

Un limite fittizio?

Per coloro che eccederanno nella ammontare della cifra donata (doneranno cioè più di 300mila o 200mila euro) è previsto che vengano sospese tutte le future donazioni per gli anni successivi fino al raggiungimento del limite annuo previsto. Quindi, una donazione di un milione e duecento mila euro non sarà impossibile:  basterà attendere quattro anni per poter ricominciare a donare.

Ma se un finanziatore, nell’anno in cui sono previste le elezioni, o un paio di anni prima, decide di fare una grande donazione, o se più persone fisiche decidono di concentrare i loro sforzi di finanziamento di un partito tutti insieme e tutti lo stesso anno? Questo non cambierebbe in modo profondo la politica?

Una norma “pro-volatili”?

Una norma, ribattezzata “pro-falchi”,  consentirà anche a nuovi gruppi parlamentari, che si formeranno in corso di legislatura, di ottenere i finanziamenti, mentre nel disegno originario presentato dal governo era previsto che i finanziamenti spettassero solo alle forze politiche che avessero concorso alle ultime elezioni politiche.

Le primissime reazioni

Abbiamo intervistato alcuni rappresentanti alla Camera per i principali partiti di maggioranza e di opposizione. Sembrerebbero tutti concordi nel dichiararsi convinti della necessità di regolamenti sulla “qualità” dei finanziatori dei partiti. Anche in questo caso una domanda sorge spontanea: sono anni che se ne parla, di finanziamento privato e di donazioni, possibile che nessuno avesse già il  regolamento sui finanziamenti accettabili ed inaccettabili?

Fantapolitica

Sembra essere quindi finita la “lunga storia del finanziamento pubblico ai partiti”. Un finanziamento che nella sua costituzione vedrà una parte garantita, dalle scelte dei cittadini, attraverso il due per mille e una parte, invece, che si compone di donazioni private.

Donazioni private. In una fantapolitica da bar si potrebbe pensare ad un mondo dei partiti ridotto a pochi simboli, con due grandi “big spender” della comunicazione, altri partiti riconosciuti come rappresentanti di alcune categorie e poi una serie infinita di gruppi di potere che spostano capitali e voti: le  lobby. Ma questa è appunto fantapolitica, per sapere come funzioneranno i partiti dovremo aspettare il voto del Senato.

 

Alessandro Amato

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Alessandro Amato
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