Il conto alla rovescia segna 2: gli Stati Uniti dovranno trovare un compromesso sul bilancio per sfatare il pericolo del primo grande fallimento dei pagamenti nella storia degli Usa. Un accordo che sembra sempre più vicino: nessuna notizia ufficiale, ma dalle stanze del Congresso trapelano le prime indicazioni. Il Senato cerca l’intesa, ma il Tea Party vuole sabotarla.
Il primo ottobre scorso si è aperta l’ipotesi shutdown, un fallimento del Tesoro a stelle e strisce che potrebbe essere a rischio a causa della mancata approvazione di una legge di bilancio per l’anno fiscale 2014. Adesso il presidente Obama e gli eletti dovranno trovare una soluzione per scongiurare il fallimento e assicurare tutti i suoi pagamenti.
Per tornare alla normalità, gli Stati Uniti avranno bisogno di 986 miliardi di dollari l’anno, garantiti fino al 15 gennaio 2014, giorno in cui i tagli alla spesa entreranno in vigore dopo quelli già scattati a marzo. La legge in realtà dovrebbe negoziare una soluzione di lungo termine sul bilancio entro il 13 dicembre.
Il Senato è controllato dai democratici, ma anche tra le fila dei repubblicani c’è chi vede di buon occhio un accordo bipartisan: la legge una volta formulata dovrà passare al vaglio della Casa Bianca e soprattutto della Camera, che è nelle mani dei repubblicani. Proprio loro potrebbero approfittare della situazione per discutere due punti cruciali per la politica americana: il sistema previdenziale e i programmi di assicurazioni e sanitaria pubblica per gli over 65 e i più poveri. La storia dunque sembra ripetersi, come nel 2011, quando Obama si trovò costretto ad accettare il programma di tagli di bilancio annuali fino al 2012.
Quello che si tenterà di fare in Senato é alzare il tetto del debito e adottando una legge di bilancio che tiri fuori le agenzie federali dallo stagno in cui si sono impelagate con lo shutdown. Cosa può andare storto? La parte dei repubblicani comandata dal Tea Party di sta mettendo i bastoni tra le ruote di chi vuole creare una soluzione, nel tentativo di agguantare appunto quei due punti tanto discussi in Congresso e portarli a loro favore.
Il default tecnico degli Usa resta dunque una possibilità e se dovesse accadere, con l’esaurirsi della capacità statunitense di prendere denaro in prestito dai mercati, il tetto del debito verrà sforato e a quel punto si dovrà fronteggiare uno dei più grandi terremoti dell’economia mondiale.