Oggi è la “Giornata internazionale per la Consapevolezza sulla Ricostruzione Mammaria”, o BRA Day (Breast Reconstruction Awareness). In tutto il mondo sono state organizzate iniziative in tutto per informare sulle tecniche di ricostruzione della mammella dopo un tumore al seno e sull’effetto positivo che può avere sulla salute psico-fisica delle donne.
Il Policlinico universitario Gemelli, dove si effettuano ogni anno più di 100 ricostruzioni mammarie a seguito di mastectomia, è uno dei 6 centri italiani dove si celebrerà la giornata promossa dalla fondazione europea Beautiful ABC. L’appuntamento è per le ore 16.00 presso l’Aula 810 del Policlinico Gemelli per un pomeriggio dove pazienti, medici e operatori sanitari condivideranno le loro esperienze nelle fasi della malattia, della cura, della guarigione e del ritorno a una vita piena.
All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, sarà possibile sottoporsi a una visita e una consulenza gratuita dalle ore 14 alle 17.30, in seguito ci sarà un incontro di formazione aperto al pubblico con alcuni momenti ludici.
“La ricostruzione mammaria, spiega il ricercatore dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica del Gemelli Marzia Salgarello – è oggi parte integrante della cura delle neoplasie mammarie. È ampiamente dimostrato che ha un effetto positivo sulla qualità di vita delle donne che la effettuano, anche se attualmente solo una piccola percentuale di donne sottoposte a mastectomia si sottopone alla ricostruzione”.
Simbolo del Bra day è il braccialetto creato dallo stilista Cruciani, “Brave”, che per l’occasione rielabora un nastro rosa, ma con un doppio nodo. Il nome “Brave” ha un duplice significato: dall’inglese “brave” che significa coraggio, dall’italiano “brave”, come sono quelle donne che ricominciano la loro vita con ottimismo dopo l’operazione subita.
Chi volesse sostenere l’iniziativa del Bra day per una raccolta fondi da destinare a borse di studio per formare giovani chirurghi in ambito oncoplastico, può acquistare il braccialetto di Cruciani sul sito www.bradayitaly.it
Il cancro al seno colpisce ben 450.000 donne in Europa, ben una su 10, e resta la prima causa di morte per tumore, rappresentando il 17% dei decessi dovuti a carcinoma. Solo nel 20-30% dei casi colpisce donne sotto i 50 anni. Sono i dati diffusi da ‘Europa Donna’, la coalizione europea contro il cancro al seno, che ha promosso per oggi la Giornata Europea della Salute del seno. Lo slogan dell’iniziativa, giunta alla VI edizione, è “Fai la cosa giusta”: non solo screening regolari, capaci di riconoscere eventuali tumori già agli stadi precoci, ma anche stili di vita e piccole accortezze quotidiane: dal ridurre o eliminare alcool e fumo, all’attività fisica, passando per l’alimentazione. Grazie alla maggior informazione e prevenzione, infatti, la mortalità, in Europa, continua a diminuire: a cinque anni dalla diagnosi è del 79,5%.
Secondo le stime dell’Associazione di oncologia medica e dell’’Associazione italiana registri tumori, nel 2013 in Italia, si ammaleranno di tumore della mammella oltre 48000 persone, per il 98% donne, una su 8. Si tratta di un’incidenza in continuo aumento e tra le più alte in Europa.
La conoscenza, l’informazione e il sapere sono la prima terapia anti-cancro. Abbiamo incontrato il prof. Paolo Veronesi durante la presentazione del libro “A seno nudo“, un volume che raccoglie 14 storie di donne che attraverso la chirurgia plastico-ricostruttiva hanno ricominciato a guardarsi allo specchio riconoscendosi e hanno avuto la forza di “mettersi a nudo” non solo raccontando la loro storia, ma anche davanti a una macchina fotografica.
Il libro fornisce una nuova prospettiva. Non solo quella della prevenzione ma anche quella l’informazione corretta del post-operatorio. Perché, dato che per fortuna di cancro al seno si guarisce, bisogna anche trovare il miglior metodo di ricostruzione mammaria che integri le necessità tecniche chirurgiche con i desideri e “il modello ideale di seno” della paziente.
A lui abbiamo chiesto cosa significa prevenzione oggi. “Nel campo del tumore della mammella è fondamentale – ribadisce il prof. Paolo Veronesi. È un tumore molto frequente, è la seconda causa di mortalità per tumore nella popolazione femminile, ma è un tumore la cui storia è completamente cambiata negli ultimi 30 anni. Oggi grazie alle moderne tecniche diagnostiche, alla mammografia digitale, all’ecografia con sonde ad alta frequenza, alla risonanza magnetica, siamo in grado di effettuare diagnosi precocissime in fase pre-clinica, prima cioè che la malattia si manifesti e si renda clinicamente evidente. Se interveniamo in questa fase con interventi chirurgici mirati e non invasivi e che oggi effettuiamo regolarmente in regime di day surgery, quindi senza neanche la necessità di pernottare in ospedale, la guarigione è elevatissima. Abbiamo raccolto una casistica di più di 1.200 casi, dopo 5 anni il 98,5% delle donne erano guarite. Questo deve essere uno stimolo per tutte le donne, al di là di tutti gli screening regionali che hanno i loro limiti, a fare prevenzione su base spontanea, cioè a recarsi spontaneamente presso centri diagnostici di elevata qualità, perché è importantissima la qualità della diagnosi, per fare un’ecografia mammaria a partire dai 35 anni e una mammografia a partire dai 40 anni, con cadenza annuale”.