Cristian D’Alessandro resterà in carcere in Russia fino al 24 novembre. Il tribunale regionale di Murmansk ha respinto il ricorso dell’attivista italiano di Greenpeace, così come per gli altri 27 ambientalisti e i 2 giornalisti free lance. Lo riferisce via Twitter Greenpeace Russia. Per tutti “rimane l’accusa di pirateria, secondo l’articolo 227 del Codice penale russo”.
Gli avvocati di Greenpeace, si legge in una nota dell’associazione, “hanno chiesto la scarcerazione su cauzione” per Cristian “come per gli altri 27 attivisti e i 2 giornalisti free lance. Così come per gli altri casi esaminati finora, anche per Cristian il ricorso è stato respinto. Rimane per tutti l’accusa di pirateria, secondo l’articolo 227 del Codice penale russo. Gli attivisti di Greenpeace rischiano fino a 15 anni di detenzione”.
Greenpeace ha ricordato che “sono quasi 1 milione e 400 mila le firme per chiedere alle autorità russe il rilascio degli attivisti. Le diplomazie di vari Paesi si stanno muovendo, anche la presidente del Brasile, Dilma Rouseff, ha assicurato il suo interessamento. Al Quirinale sono giunte le oltre 100 mila firme di sostegno all’appello della madre di Cristian perché l’Italia intervenga”.