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La sfida di Matteo Renzi | “Si può dire ‘no’ a Napolitano”

Dire “no” al Colle non è lesa maestà. La pensa così Matteo Renzi, sindaco di Firenze e aspirante segretario del Partito democratico, che ha rivendicato, alla trasmissione televisiva con Lucia Annunziata “In 1/2 ora”, il diritto dei partiti ad accogliere o respingere gli inviti del presidente della Repubblica, come nel caso dell’amnistia. “Non credo che ci sia un eccesso di intervento del presidente della Repubblica, ma i partiti se hanno la spina dorsale possono dire dei sì e dei no”, ha chiarito Renzi parlando proprio dell’invito del Capo dello Stato a pensare a un provvedimento di amnistia e indulto per svuotare le carceri italiane, in gravi condizioni di sovraffollamento.

“Non è che un partito politico dice ‘l’ha detto il presidente della Repubblica’ e si fa punto e basta –  ha sottolineato il leader della corrente dei renziani del Pd. – Il presidente li ha invitati a discutere, se non discutono che cosa ci stanno a fare i partiti…”. “Non ho parlato contro il presidente della Repubblica – ha premesso. – Io ho detto soltanto che non sarebbe serio, educativo, responsabile sette anni dopo un indulto come quello del 2006 farne un altro, innanzi tutto perché non è il sistema per svuotare le carceri. E ha concluso: “Non consentiamo di dire che siccome il parlamento non riesce a cambiare le leggi ogni tanto si aprono le porte del carcere”.

“Penso che Renzi ragioni così: mi conviene o no essere per l’indulto, di fronte all’opinione pubblica? Dell’oggetto in sè non gliene frega niente, penso che ragioni solo sulla pura convenienza propagandistica”. Questa l’opinione espressa dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato nel corso di un dibattito nell’ambito di ‘Repubblica delle idee’. “Apprezzo per molte altre cose Renzi – ha aggiunto il ministro, sottolineando poi che “il problema invece ha un altro aspetto: in Italia c’è una popolazione carceraria eccessiva rispetto al numero dei posti nelle carceri e questo determina una situazione difficilissima da gestire, con l’effetto drammatico che abbiamo costruito un criminificio. Non ha senso tenere una popolazione che spesso ha commesso reati abbastanza modesti e che nel tempo in cui li teniamo nell’università del crimine escono con potenzialità criminale moltiplicato per 20”.

Al ministro hanno risposto, con una nota, i senatori del Pd: “Il ministro Zanonato forse non se ne è accorto, ma la posizione di Matteo Renzi sull’amnistia è la stessa assunta dal Pd qualche settimana fa. Tre autorevoli esponenti del partito, Zoggia, Leva e Favi dissero infatti che prima di ipotizzare un provvedimento di clemenza, servivano interventi strutturali e la riforma della custodia cautelare”. Lo ricordano i senatori del Pd Roberto Cociancich, Laura Cantini e Stefano Collina. “Non ci risultano all’epoca dichiarazioni di Zanonato e Fioroni contro i colleghi – aggiungono i parlamentari – che pure rivestono ruoli importanti nella segreteria nazionale del partito”.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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