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Parla il fratello di Afra Martinelli: | “Non aveva paura, solo tanta voglia di condividere”

Uccisa, probabilmente nel corso di una rapina, nonostante il suo impegno per il diritto allo studio e l’inserimento professionale dei ragazzi e delle ragazze del Delta del Niger: è accaduto questo alla missionaria laica italiana Afra Martinelli. “Volevano attribuirle la cittadinanza onoraria ma lei era contraria, diceva di non aver fatto nulla”: Enrico Martinelli ricorda così, raggiunto dall’agenzia internazionale MISNA, la sorella missionaria.

“Da quando era stata chiamata nel paese africano dal vescovo di Ibadan – racconta Enrico – Afra continuava a ottenere riconoscimenti per un lavoro di carità e di sostegno sociale che aveva beneficiato tanti giovani”. A Ogwashi-Ukwu il suo Centro Regina Mundi si è ampliato nel corso degli anni, fino a diventare un riferimento essenziale per gli studenti della città e dei villaggi vicini che avevano bisogno di internet. Negli ultimi tempi erano aumentati anche i collaboratori, 18. “Difficile stabilire se sia stata la maggiore visibilità del Centro ad attirare i rapinatori” dice Enrico. Di certo la notte del 26 settembre un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella casa di Afra, situata a pochi metri dalla struttura. “L’hanno colpita, hanno sottratto le chiavi del Centro e poi hanno portato via sia computer che soldi”, racconta il fratello.

Qualche tempo fa, la missionaria aveva già subito un tentativo di rapina. Un giovane l’aveva avvicinata in strada e le aveva intimato di darle le chiavi della macchina. Lei però si era difesa e il ragazzo si era allontanato. “Non aveva paura – dice Enrico – ma solo tanta voglia di condividere; con i cristiani, che nel Delta del Niger sono maggioranza, con gli animisti e i fedeli di altre religioni tradizionali, dei quali al telefono mi parlava spesso”.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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