Un’ora e mezza di pioggia. Minuto più, minuto meno. Tanto è bastato per gettare Palermo nel caos. A cinque giorni da quella domenica che aveva fatto piombare la città in un acquitrino di inefficienza, sono bastati novanta minuti più recupero, il tempo di una partita di calcio, per far emergere in tutta la loro prepotenza i limiti strutturali del capoluogo siciliano. Con la conseguenza di gravi danni creati alla cittadinanza. Crolli, pullman bloccati nel fango, auto incolonnate per ore.
Limiti infrastrutturali gravi che minano alla base il vivere civile di gran parte della sua popolazione. Da record la velocità con la quale le due arterie centrali di viale Regione Siciliana si sono riempite di una marea di fango e detriti. Stavolta la polizia municipale è stata più tempestiva e le ha chiuse per tempo. Ma con quali conseguenze? Ingorghi apocalittici, scene da panico, sembrava che su Palermo fosse piombato uno tsunami. Si trattava di un semplice temporale. Forte, per carità, fortissimo in alcuni momenti. Ma situazioni del genere le altre città d’Italia le gestiscono col sorriso sulle labbra e i calzoni asciutti.
Invece Palermo diventa la Venezia del meridione. Senza averne lo stesso appeal da città teatro di vicende di cappa e spada. Magari potrebbe diventare scenario di quei film del filone catastrofico che tanto piacciono agli americani. Intanto oggi si fa la conta dei danni. Detto dei problemi creatisi alle varie condutture cittadine, e di cui vi parliamo altrove, in via Principe di Palagonia sono addirittura crollati il muro di cinta e il tetto di una vecchia casa disabitata. Magazzini, case e garage sono state colpite come da un’alluvione e sono stati decine e decine gli interventi dei vigili del fuoco per tornare alla normalità.
Questa ora e mezza di nubifragio potrebbe costar cara al Comune di Palermo anche da un punto di vista economico. Con grande gioia per le sue casse perennemente vuote. Federconsumatori è già sul piede di guerra e si prepara a chiedere i danni: “Le zone della città che si sono nuovamente allagate sono le stesse di cinque giorni fa – spiega Lillo Vizzini, presidente dell’associazione -: viale Lazio, via Belgio, viale Regione Siciliana, via Re Ruggero, via Galileo Galilei. Sono anche arrivate numerose segnalazioni di auto bloccate in piazza Indipendenza, con l’acqua che arrivava sino ai finestrini, e di uffici e magazzini che hanno subito il danneggiamento dei propri beni. Non sono bastati gli enormi disagi dei giorni scorsi. Non sono bastate le azioni legali intraprese nei confronti del Comune e dell’Amap. Non sono bastate le previsioni meteo che, da giorni, annunciavano l’arrivo di forti perturbazioni – aggiunge Vizzini – Federconsumatori annuncia che saranno intraprese azioni legali nei confronti dei responsabili della mancata manutenzione delle strade, sia per tutelare chi ha subito danni, sia per evitare che eventi del genere debbano ripetersi”.
Insomma, diventerà pane per gli avvocati che dibatteranno di quanto accaduto nelle aule di tribunale. Oltre al danno la beffa. E vale per entrambi i punti di vista. Se ci spostiamo in periferia e nelle campagne subito attorno alla città, la situazione non è di certo migliore. Ascritta in un contesto più ampio di danni per quasi cento milioni di euro in tutto il Sud Italia, come evidenziato da Coldiretti, anche le coltivazioni hanno subito diversi contraccolpi.
E siccome piove sempre sul bagnato, l’ira dei cittadini palermitani monta sempre di più. E si vede anche nei social network dove cominciano a spuntare, attirando numerosi fan, pagine che chiedono le dimissioni di Leoluca Orlando e di tutta la sua giunta. Gruppi come “Vogliamo le dimissioni del sindaco Leoluca Orlando” cominciano a convogliare la rabbia dei cittadini e gli iscritti crescono ogni giorno di più.
Forse la primavera con i suoi palermitani sta per finire davvero. D’altronde l’autunno è alle porte e nuvole nere cominciano ad addensarsi anche su Orlando e la sua giunta.