Circa trecento dipendenti dell’Inps delle sedi di Palermo e provincia, secondo quanto riferiscono i sindacati, hanno partecipato questa mattina a un presidio davanti alle sede della Prefettura di Palermo, dove Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Usb hanno indetto quattro ore di assemblea esterna contro il taglio degli stipendi per il 2013 e il piano da circa 3 mila esuberi annunciato dall’ente in tutta Italia. Davanti ai locali di via Cavour ci sono le bandiere delle organizzazioni dei lavoratori e striscioni. I lavoratori chiedono un incontro con il prefetto sulla vertenza.
I lavoratori Inps – Ex Inpdap – Ex Enpals di Palermo hanno simbolicamente occupato venerdì scorso i locali della Direzione Regionale chiedendo, e ottenendo, un incontro, per denunciare la drammaticità degli effetti che tale attacco riverserà sul livello dei servizi ai cittadini. La delegazione nell’allertare la Direzione sui possibili riflessi, anche di ordine pubblico, derivanti dai tagli previsti sia sul personale che sulle buste paga, ha chiesto la condivisione delle istanze dei lavoratori per la ricerca di ogni possibile soluzione volta a superare la drammaticità denunciata. Anche qui oggi questa delegazione rinnova la richiesta a trovare soluzioni immediate. Ciò, atteso che i tagli di spesa richiamano anche alla responsabilità del Management dell’Istituto, a seguito del parere negativo della Ragioneria dello Stato sui piani di risparmio.
“Una mobilitazione lanciata – sottolineano in una nota congiunta Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal – per scongiurare il rischio di una riduzione del livello dei servizi che l’Inps ha sinora garantito anche grazie al finanziamento di quei “progetti speciali” che la bocciatura del piano di riduzione della spesa varato dall’Istituto sta seriamente mettendo in discussione e per evitare l’ennesimo colpo alle buste paga”.
Per Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal “occorre fare oggi la riorganizzazione che è mancata nel momento della creazione del cosiddetto SuperInps. Proposte che il sindacato avanza da tempo: un piano di organizzazione, valorizzazione del personale, innovazione nelle procedure e nei servizi. Interventi indispensabili per ampliare e migliorare l’offerta di servizi ai cittadini”. “Va arrestata l’emorragia, dai tagli ai progetti speciali, che penalizzano chi è già sottoposto al blocco dei contratti, alla continua riduzione dei bilanci degli enti previdenziali, non da ultima quella di 240 milioni di euro disposta dalla legge di stabilità. Il tutto in un ente passato in un decennio da 40mila a 26mila unità. Il Governo non tratti l’Inps come un bancomat – concludono le quattro sigle sindacali – e tuteli una parte determinante del nostro welfare”.
È evidente che l’assenza di soluzioni ai vari livelli territoriale e nazionale, comporterà il permanere dello stato di agitazione, pregiudicando prima di tutto i servizi esterni quali presidio Inps in Prefettura, Tribunale, Commissioni invalidità civile, consulenze professionali, etc.