Tra i cinque cocktail più bevuti in Italia si classificano il Cuba libre, il Mojito, il Sex on the beach, il Martini Dry e il Piña Colada. Non conoscono stagione e nonostante abbiano spopolato nel secolo scorso, continuano ad essere tra i più in voga del momento. Sarà per il sapore del rum, preferito sia nella versione bianca che scura o per il sapore inconfondibile del gin. Sarà per l’irrinunciabile amore per i sapori dolci mischiati con il retrogusto della vodka. Sarà perché restano unici nel loro mix, ma gli italiani non intendono rinunciarvi.
Questi cinque cocktail hanno anche una storia particolare alle spalle. Basti pensare che una delle possibili origini del nome “Cuba libre” derivi dall’idea di un barman cubano che in occasione dell’indipendenza di Cuba dalla Spagna, ottenuta con l’aiuto degli Stati Uniti, decise di festeggiare mescolando la Coca Cola, un must tipico statunitense, al rum, prodotto tipico cubano, per unire simbolicamente le due nazioni. Anche il mojito nasce in un periodo della storia contemporanea piuttosto delicato. Siamo negli Stati Uniti durante gli anni del proibizionismo ( 1920- 33). In un periodo in cui consumare alcolici era vietato, diveniva usanza dei turisti quella di recarsi nella città dell’Avana.
L’origine del nome “mojito” è legato a diverse ipotesi, secondo cui rimanderebbe al “mojo”, un condimento tipico della cucina cubana. Termine che in lingua voodo significa “incantesimo”.
Il Sex on the beach nasce invece intorno agli anni 70′ ed è curioso pensare come in realtà questo non sia il nome originario. Il termine “sex” non veniva accettato, poiché ritenuto sconveniente in alcuni locali statunitensi. Così quello che oggi chiamiamo “sex on the beach”, anni fa prendeva il nome di “fun on the beach” o “peach on the beach”.
L’origine del nome Martiny Dry è combattuta. Alcuni affermano affondi le sue radici in una New York del 1912 e che si tratti del nome del barista italiano che per primo l’avrebbe preparato per John D. Rockefeller. Altre ipotesi lo legano al celebre cocktail di Jerry Thomas, il “Martinez” che poi venne rinominato da Julio Richelieu in “Martini” nel 1870.
Il Piña Colada così come oggi lo conosciamo risale agli anni ’60, anche se già a partire dagli anni ’20 si cominciava a parlare di un cocktail a base di ananas e rum, senza includere il latte di cocco. Cinque cocktail vivaci e ricchi di storia, che nascono conquistando i gusti del pubblico e che continuano ad incontrare i gusti di diverse fasce d’età, dai teenagers agli adulti.
Per chiunque avesse voglia di prepararli in casa propria, ecco a voi le ricette:
Cuba libre. -5 cl di rum chiaro; -12 cl di Coca cola; -1 cl di lime
Mojito. -Rum bianco cubano (5cl.) -il succo di mezzo lime -2 cucchiaini di zucchero di canna raffinato bianco -un rametto di menta (8-9 foglie) -ghiaccio a cubetti -acqua gasata
Sex on the beach. – 2/7 di vodka bianca – 1/7 di liquore alla pesca – 2/7 di succo d’arancia – 2/7 di succo di mirtilli
Martini Dry. -6 cl di gin -1cl di dry vermut -1 oliva verde