PALERMO, 8 OTT – Per gli attivisti ‘cinquestelle’ il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, va sfiduciato. Addio dunque a quel ‘modello Sicilia’ che nove mesi fa veniva preso ad esempio anche da Beppe Grillo e che adesso sembra lontano anni luce. I dati trasmessi ed elaborati negli oltre cento Meetup in giro per la Sicilia indicano quasi un plebiscito: il 90,49 per cento vuole la mozione di sfiducia a Crocetta. Il Movimento ha chiamato al voto la base, cui spetta la decisione se procedere o meno con la presentazione in Assemblea regionale siciliana della mozione di sfiducia al presidente della Regione. L’iniziativa è partita dal gruppo parlamentare sempre più critico nei confronti del governo Crocetta; i rapporti, all’inizio di dialogo e collaborazione su alcuni provvedimenti, nel tempo si sono inclinati e ora sono ai minimi termini.
Per i deputati regionali cinquestelle, questo voto “è l’applicazione della vera democrazia, delle decisioni che partono dai cittadini per arrivare nei palazzi del potere”. “Noi siamo stati eletti per rappresentare i cittadini – aggiungono i parlamentari in una nota – e se per loro è giusto che Crocetta vada a casa, noi dobbiamo adoperarci perché il meccanismo si inneschi con una mozione presentata al Parlamento”. La votazione è avvenuta online. Le tesi pro e contro la sfiducia a Crocetta erano state al centro dell’assemblea regionale del Movimento, domenica scorsa ad Enna. Al presidente, in particolare, viene contestato il silenzio su alcuni punti che il Movimento gli ha espressamente sollecitato: reddito di cittadinanza, aiuti alle piccole imprese, rifiuti, energia, moneta complementare. “Su queste tematiche – riferiscono i deputati – avevamo chiesto a Crocetta risposte precise. Non ne è arrivata alcuna. Mentre la Sicilia brucia è assurdo e vergognoso che al centro del dibattito politico siano le poltrone e il rimpasto di governo. E’ ora di dire basta, per noi è il momento di tornare a votare”. Ad indirizzare il voto verso la sfiducia ha pesato anche la il caso Muos, il sistema satellitare Usa di Niscemi (Cl): il M5S contesta a Crocetta di avere ritirato la sua precedente revoca delle autorizzazioni dando via libera ai lavori nella base. Il “sì” della rete ora dovrà concretizzarsi in un atto ufficiale. I deputati 5 stelle dovranno trovare adesso altri 4 parlamentari che sottoscrivano il documento per arrivare alla soglia minima richiesta di 18 firme per presentare la mozione di sfiducia.