“I servizi non si tagliano, i salari non si toccano”, protestano i lavoratori dell’istituto, con un’assemblea di quattro ora e un presidio in via Laurana. I tagli degli stipendi e il piano di esubero sono “inaccettabili, a fronte di una maggior richiesta di prestazioni”
PALERMO, 4 OTTOBRE 2013 – Il taglio degli stipendi per il 2013 e il piano di circa 3 mila esuberi annunciato in tutta Italia non va giù ai dipendenti Inps: “I servizi non si tagliano, i salari non si toccano”, è l’accusa dei lavoratori che oggi hanno dato vita ad un’assemblea di quattro ora nella sede regionale dell’istituto.
Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un presidio, davanti gli uffici di via Laurana: tanti i dipendenti per strada, con l’alternarsi degli interventi dei sindacalisti per dire no al piano di ristrutturazione dell’istituto: “L’Inps non può essere utilizzato come un bancomat da cui ogni governo preleva a piacimento”. L’istituto ha un ruolo delicato soprattutto in un momento in cui la crisi colpisce il mondo del lavoro aumentando le percentuali della disoccupazione e della cassa integrazione.
“È inaccettabile che a fronte di una maggiore richiesta di prestazioni anche a causa della fusione tra Inps, Inpdap ed Empals – dice Salvo Parello della Rsa Cisl dell’Inps – i vertici dell’Istituto di previdenza per risparmiare non siano stati capaci di ridurre i costi tagliando altre voci di spesa come appalti o consulenze, e abbiano, invece, individuato come unica soluzione la riduzione dei nostri stipendi”.
“In media – prosegue il sindacalista – ciascuno di noi percepirà 300 euro in meno al mese e questo è inaccettabile. Chiediamo soluzioni alternative e un ripensamento delle politiche aziendali che prevedono dei risparmi sul costo del personale prevedendo anche esuberi. A rischio è l’intero sistema di previdenza del Paese”.