Sequestro di beni e denaro per 450 milioni di euro all’imprenditore messinese Sarino Bonaffini e ai suoi soci. Secondo la procura, è un patrimonio “nato e cresciuto” riciclando il denaro sporco del clan mafioso di Mangialupi
MESSINA, 3 OTTOBRE 2013 – La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina ha confiscato 450 milioni al commerciante ittico e imprenditore edile Sarino Bonaffini, 56 anni, al fratello Angelo, ad alcuni soci storici, parenti e prestanome, tra cui l’imprenditore Gaetano Chiofalo e il fratello Domenico.
Confiscati palazzine, appartamenti, ville, barche, motopescherecci, auto, furgoni, ristoranti, bed & breakfast, società, imprese, e anche centinaia di rapporti bancari in decine di istituti di credito. Un impero, riporta la Gazzetta del Sud, costruito in un trentennio d’attività tra Messina, Spadafora, Giardini Naxos, San Pier Niceto, Nizza di Sicilia e persino a Castel Gandolfo, in provincia di Roma. Adesso tutto questo patrimonio, sottoposto a sequestro dalla Direzione distrettuale antimafia e dalla Squadra mobile nell’ottobre del 2011 dopo un’indagine molto lunga e complessa, esattamente due anni dopo ha subito la confisca di primo grado.
Secondo la procura, è un patrimonio “nato e cresciuto” riciclando il denaro sporco del clan mafioso di Mangialupi soprattutto in attività edilizie, con i proventi del traffico di droga.