Alto tasso di interventi alle vene in Trentino Alto Adige: sarebbero dovuti ai troppi ospedali di piccole dimensioni che non sostituiscono gli interventi con più idonee cure riabilitative.
ROMA, 03 OTTOBRE 2013 – Non è sempre il Sud Italia al centro di valutazioni negative per quanto riguarda le prestazioni ospedaliere. Per quanto riguarda lo stripping delle vene, il più frequente intervento di chirurgia vascolare, è il Trentino Alto Adige ad avere i peggiori risultati.
Secondo l’indicatore utilizzato dall’Agenas per la compilazione del Piano nazionale di valutazione degli esiti, ci sarebbero molti costosi interventi che potrebbero esser sostituiti da una semplice cura o riabilitazione. In questo caso, a ricorrere maggiormente all’operazione, sono le strutture del Trentino Alto Adige, che risente della diffusione di molti ospedali si piccole dimensioni: Bolzano supera il numero di interventi rispetto allo standard atteso in 7 piccoli ospedali e Trento in 6.
Altro parametro utilizzato per capire se una struttura lavora in modo corretto è la degenza dopo un intervento di colecistectomia in laparoscopia, tecnica che ha come effetto positivo quello di ridurre la degenza post operatoria rispetto al classico intervento, in genere fra 3 e 5 giorni. Aumentano ma in modo non uniforme in tutta Italia, gli ospedali che presentano il gold standard, ovvero una degenza post operatoria che non supera i 3 giorni: la media a livello nazionale è del 61,56%. La miglior performance si trova in provincia di Lecce, al Presidio Ospedaliero di Casarano, dove tutti i pazienti vengono dimessi entro i 3 giorni.
Ma abbiamo anche ospedali dove al contrario, nessun paziente viene dimesso nei tempi considerati gold standard: uno si trova in Lombardia, l’Ospedale di Gardone, gli altri al Centro-sud, ovvero il SS Gonfalone nel Lazio, la casa di Cura Villa Maria in Campania, Villa Caminiti in Calabria e al Basilotta in Sicilia.