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Incidenti stradali, 3 rinvii a giudizio per la morte di una donna e del figlio di 16 mesi

Tre rinvii a giudizio nell’udienza preliminare contro alcuni dirigenti del Cas per l’incidente dell’agosto del 2011 in cui morirono una donna di 30 anni e il figlio di 16 mesi. L’accusa è di omicidio colposo: il guard rail non sarebbe stato a norma

MESSINA, 3 OTTOBRE – Il Gup di Messina ha disposto tre rinvii a giudizio, un’assoluzione e una dichiarazione di non luogo a procedere nell’udienza preliminare riguardante l’incidente dell’agosto di due anni fa sul viadotto Fiorentino dell’autostrada Messina-Palermo, che costò la vita a una donna di 30 anni e al figlio di 16 mesi.

Assolto per non aver commesso il fatto l’ingegner Gaetano Sciacca, all’epoca Commissario ad acta del Cas (Consorzio autostrade siciliane), giudicato con il rito abbreviato. È stato inoltre dichiarato il non luogo a procedere per l’architetto Letterio Frisone, dirigente dei servizi di gestione del Cas; rinviato a giudizio l’ingegner Gaspare Sceusa, dirigente area tecnica di gestione del Consorzio, il geometra Carmelo Cigno responsabile di zona e l’ex commissario straordinario del Cas Calogero Beringheli. L’accusa per tutti è di omicidio colposo.

Il 12 agosto, poco dopo la barriera di Villafranca, una Renault Laguna SW volò dal viadotto Fiorentino dopo un urto con un’altra auto. Nell’impatto morirono la trentenne messinese Giovanna De Salvo e il figlio di 16 mesi Andrea D’Arrigo che la donna teneva, seduta dietro, teneva sulle gambe. Rimasero feriti il marito della donna, Fortunato D’Arrigo, che era alla guida, i coniugi che viaggiavano con loro e il figlio di 11 mesi. Per la Procura il Cas è responsabile perché il guard rail non sarebbe stato a norma.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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