Tragedia di Caltagirone: spari davanti al nipotino di 10 anni. L’omicida al figlio: “Pino, ti devo sparare”

di Redazione

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Tragedia di Caltagirone: spari davanti al nipotino di 10 anni. L’omicida al figlio: “Pino, ti devo sparare”

| mercoledì 02 Ottobre 2013 - 11:36

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Nuovi, agghiaccianti, particolari, sulla tragedia di Caltagirone. Gaetano Sortino avrebbe sparato al figlio davanti al nipote di dieci anni al quale, dopo avergli dato un bacio, avrebbe detto di allontanarsi. Poi, alla figlie che si era chiusa in camera per fuggire alla sua furia omicida, avrebbe detto: “Aprimi, ti devo uccidere”.

CALTAGIRONE (CT), 2 OTTOBRE – “Pino ti devo sparare. Tu allontanati”. Lo avrebbe detto ieri sera al figlio (ora ricoverato in coma all’ospedale Canizzaro di Catania) e al nipote di 10 anni, miracolosamente scampato alla tragedia, Gaetano Sortino, il panificatore di 67 anni che ieri sera a Caltagirone, in provincia di Catania, ha ucciso con colpi di fucile alla nuca la moglie, Concetta Zimone, di 64 anni, dopo avere mancato la figlia di 45 anni, riuscita a fuggire, e dopo si è suicidato.

È la ricostruzione fatta dalla polizia di quanto avvenuto ieri sera nell’edificio di Via Svevi. Sempre secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ieri intorno alle 19.45 davanti la palazzina sono arrivati il figlio dell’uomo, la moglie e il loro figlioletto. Giuseppe avrebbe visto che, stranamente, la saracinesca del panificio era abbassata ed è entrato in casa chiedendo spiegazioni. Gli sarebbe andato incontro il padre, che gli avrebbe detto: “Fai venire il bambino perché gli voglio dare un bacio”.

 

Fatto questo Gaetano Sortino, ha detto al nipotino: ”Allontanati” ed ha esploso contro il figlio il colpo di fucile davanti al bambino. Alla sorella dell’uomo, riuscita a fuggire e a chiudersi nella sua stanza, il padre avrebbe detto: “Aprimi, ti devo uccidere”. Dopo Gaetano Sortino è andato a caccia della moglie, che ha trovato nel panificio, dove le ha esploso diversi colpi alla nuca, prima di spararsi con lo stesso fucile da caccia, legalmente detenuto, che si è puntato al mento.

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