Le Sailor lesbiche e la censura

di Redazione

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Le Sailor lesbiche e la censura

| mercoledì 02 Ottobre 2013 - 09:42

Heles e Milena img

Sailor Moon, cartone animato degli anni novanta, è stato uno dei più censurati mai trasmessi dalla televisione italiana. Abbiamo chiesto a un editore di fumetti giapponesi omosessuale come ha vissuto la scoperta della storia originale

 

PALERMO, 1 OTTOBRE 2013 – La censura in Italia colpisce ogni settore. Dai libri, agli spot pubblicitari fino ad arrivare ai cartoni animati. Uno dei tanti casi di censura è stato quello di Sailor Moon, famosa serie manga giapponese, creata da Naoko Takeuchi intorno agli anni novanta.

 

La serie andata in onda in Italia è nettamente diversa da quella originale. Alcuni dialoghi sono stati modificati attraverso il doppiaggio. Qualche scena è stata tagliata. Tuttavia, basta solo un occhio più attento per rendersi conto di come il lavoro di censura in qualche scena abbia aumentato le ambiguità, invece di renderle meno evidenti.

 

I tagli hanno riguardato soprattutto alcuni temi legati all’omosessualità, che in Giappone da anni è trattato con maggiore naturalezza rispetto a quanto avvenga a tutt’oggi nel nostro paese. Abbiamo intervistato, per sentire la sua opinione, Nino Giordano, fondatore della casa editrice di fumetti Renbooks, dedicata soprattutto alle persone Lgbt.

 

Nino, lei come ha vissuto la storia della censura in Sailor Moon?
Avevo quattordici anni quando cominciai a guardare Sailor Moon e nonostante ancora non fossi a conoscenza della censura di alcune scene, avevo già sospettato qualcosa. E’ il caso di Helen e Milena, di fatto una coppia lesbica, che nella terza serie italiana sono presentate come due semplici amiche. In realtà parecchie restano le ambiguità nel loro rapporto ed è evidente che a legarle non sia una semplice amicizia.

 

Che cosa ha rappresentato per lei Sailor Moon?
Sailor Moon ha rappresentato per me una vera rivoluzione. Una ragazzina che combatteva contro il male lanciava un messaggio di forza. Rappresenta tutto quello per cui venivo preso in giro. In molti hanno affermato, negli anni ’90, che seguire questa serie generasse un maggior numero di omosessuali. In realtà è l’esatto contrario. Sailor Moon non è la causa, ma la conseguenza. Tu sei gay e quindi ti piace, non il contrario.

 

In Italia il tema dell’omosessualità è molto discusso. Pensa che se si cominciassero ad educare i bambini all’idea di famiglie “diverse” da quelle che sono abituati a vedere, crescerebbero generazioni più consapevoli e di conseguenza l’omosessualità sarebbe più accettata?
Il problema non è educare i bambini, ma l’adulto. I bambini sono più recettivi, non sono interessati alla tendenza sessuale di un individuo. Sicuramente le cose potrebbero cambiare, ma ricordiamoci che i cartoni animati vengono gestiti sempre dagli adulti, quindi torniamo sempre sullo stesso punto.

 

La Renbooks costituisce una singolarità nel campo dell’editoria. Com’è nata e quali obiettivi vi siete posti?
La Renbooks nasce proprio dalla mancanza di storie dedicate a ragazzini e ragazzine omosessuali. L’obiettivo è di proporre storie con le quali il lettore si possa identificare, senza sentirsi un esemplare unico.

 

Ecco la sigla della terza serie di Sailor Moon in cui compare la coppia lesbica di Sailor Urano e Sailor Nettuno.

 

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