Con un corteo funebre gli studenti della Run mettono in scena la morte del diritto allo studio. Protestano perché, nonostante il clamore con cui era stata presentato l’allargamento dei pagamenti delle borse di studio anche agli idonei, quei soldi non sono mai arrivati.
PALERMO, 2 OTTOBRE 2013 – Un corteo funebre in piena regola, con tanto di necrologi e cartelli a lutto: “Qui muore il diritto allo studio”. È la protesta degli studenti della Rete universitaria nazionale a Palermo, sotto la sede dell’Ersu, l’ente che gestisce l’erogazione delle borse di studio.
“Protestiamo – dice Salvatore Iacono, rappresentante della Run – contro il grave ritardo del pagamento delle borse di studio, sia per quanto riguarda i vincitori chegli idonei”. Già dal 2013, infatti, le scadenze per l’erogazione delle borse di studio non erano state rispettate per una mancanza di fondi da parte dell’Ersu. “Non avevano ricevuto nessun trasferimento di liquidità da parte dell’Università e della Regione – continua Iacono – Oggi siamo, con carte alla mano, sicuri che il Miur abbia trasferito, in due tranche, i 24 milioni di euro dovuti, alla Regione Siciliana, che tuttavia ancora non ha ancora provveduto a finanziare i quattro Ersu”.
Ma quello che infastidisce più gli studenti pare essere il grande clamore con il quale era stata presentata la notizia, alcuni mesi fa, che le borse di studio sarebbero state garantite non solo ai vincitori, ma anche a tutti gli idonei. “Era stato molto publicizzato – conclude Iacono – l’ampliamento agli idonei. Si è parlato al lungo di questo ampliamento, ci sono i soldi per farlo, ma non riusciamo a capire come mai non si riesce a fare”.
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