Categorie: Costume

La storia di Nathan che ha scosso il Belgio

Nathan Verhelst: prima il cambio di sesso, poi la delusione e la decisione di ricorrere all’eutanasia. La storia del 44enne che ha sconvolto il Belgio

 

HAMME, 2 OTTOBRE 2013 – Una vita di sofferenza quella di Nathan, o meglio Nancy Verhelst. Nasce nel 1969, unica figlia femmina di una famiglia di Hamme, in Belgio, e sin da quando era una bambina non si è mai piaciuta.

 

Il giorno prima della sua morte ha rilasciato un’intervista al quotidiano fiammingo Het Laatste Nieuws: “Ero la bambina che nessuno voleva”, racconta come la madre la rimproverava spesso dicendo “Se solo tu fossi stato un ragazzino!”.

 

Durante l’adolescenza prende coscienza dell’attrazione che prova verso le ragazze e decide che il suo sogno è quello di ricorrere all’operazione per il cambio del sesso: inizia con l’assunzione di ormoni nel 2009 e nel 2012 si sottopone ad una mastectomia ed alla ricostruzione dei genitali.

 

“Quando mi sono guardato per la prima volta allo specchio dopo l’operazione, ho provato un’avversione contro me stesso. Invece di poter finalmente cominciare a vivere, mi sentivo imprigionato in un corpo che detestavo. Ero nata male come bambina e come uomo ho ottenuto un corpo che odiavo” dichiara nell’intervista.

 

Da qui la scelta: ricorrere all’eutanasia. Il medico che ha seguito Nathan, Wim Distlemans, ha assicurato che se n’è andato in “tutta serenità”. Distlemans ha dichiarato che si poteva “chiaramente parlare di sofferenze psicologiche insopportabili”, Jacqueline Herremans, avvocato della commisione federale di controllo sull’eutanasia, ha infatti assicurato che l’eutanasia applicata a Nathan sia perfettamente legale: quest’ultima è legale in Belgio sin dal 2002 ed è applicabile sia a causa di dolori fisici che psicologici: proprio in questi giorni si sta infatti discutendo circa l’eventualità di applicarla anche per i minori.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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