La menopausa a volte è prematura, ovvero può arrivare prima dei 40 anni. Diversi sono i fattori che la determinano e dal Giappone arriva un nuovo studio che consente alle donne interessate da problemi di fertilità di avere figli
PALERMO, 2 OTTOBRE 2013 – La menopausa è un momento di passaggio molto delicato nella vita di ogni donna, e a volte può essere vissuto anche come un trauma, specie se arriva troppo presto. È il caso della menopausa cosiddetta prematura o anticipata, scientificamente nota come “insufficienza ovarica primaria”, che riguarda moltissime donne che non hanno compiuto ancora 40 anni.
Diversi sono i fattori che la determinano, primo fra tutti quello genetico. Nel 30% dei casi, infatti, si tratta di un problema ereditario. Possono aumentare il rischio anche le malattie autoimmuni alla tiroide, patologie cromosomiche e interventi chirurgici alle ovaie. Da non sottovalutare è anche l’incidenza del fumo, che può anticipare la menopausa di un paio di anni, e di una corretta alimentazione.
In questi casi alle donne, se le condizioni cliniche sono ottimali, viene consigliata la crioconservazione degli ovociti. Infatti anche gli ovociti sono colpiti da invecchiamento mentre l’utero può accoglie una gravidanza con passare del tempo senza problemi. Se gli ovociti vengono crioconservati però, il loro invecchiamento si ferma, così, anche nel caso limite di una donna già in menopausa, l’uso dei suoi ovociti le permetterebbe di avere un’alta probabilità di rimanere incinta.
Ma le ricerche in questo campo non si sono ancora fermate. Un team di ricercatori della St. Marianna University School of Medicine di Kawasaki, in Giappone ha descritto una nuova tecnica di fecondazione in un rapporto pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La tecnica consiste nel “risvegliare” in provetta le ovaie delle pazienti con particolari problemi di sterilità, tra la cui la menopausa anticipata, e poi trasferirle di nuovo nell’utero. La riattivazione delle ovaie in vitro potrà aiutare donne che oggi non possono avere un figlio dato che non riescono a produrre ovociti.
Con questa tecnica del tutto innovativa, ma ancora in fase sperimentale, una donna di 30 anni ritenuta completamente sterile ha dato alla luce un bambino a Tokio. Entrambi godono di ottima salute.