Sit in dei malati di oncologia a Gela per riaprire radioterapia oncologica

di Redazione

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Sit in dei malati di oncologia a Gela per riaprire radioterapia oncologica

| martedì 01 Ottobre 2013 - 12:22

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Alcuni dei rappresentanti delle 50 associazioni di volontariato che aderisco ad un comitato per lo sviluppo del gelese hanno protestato per chiedere l’immediata riapertura del reaprto di Radioterapia oncologica. 

 

GELA, 1 OTTOBRE 2013 – Alcuni malati di tumore e rappresentanti delle 50 associazioni di volontariato che aderiscono al “comitato per lo sviluppo dell’area gelese” hanno protestato stamani in piazza Trento, a Gela, per rivendicare l’apertura immediata della Radioterapia oncologica che continua a rimanere chiusa malgrado il più volte annunciato completamento dei lavori di costruzione.

 

L’opera, costata quasi sei milioni di euro, dispone di apparecchiature di ultima generazione tra cui due acceleratori lineari e una tac, che attendono di essere collaudati da una speciale commissione medico-scientifica insediatasi da molte settimane.

 

Per sottoporsi a sedute di radioterapia, i pazienti gelesi affetti da patologie neoplastiche da anni sono costretti a recarsi a Catania o a San Cataldo, con notevoli sacrifici. Ora, associazioni e pazienti hanno deciso di dire “basta” e in mattinata hanno presidiato la nuova struttura sanitaria esponendo uno striscione con la scritta “Gela è stanca di aspettare sempre. Aprite subito la Radioterapia”.

 

Il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Vittorio Virgilio, ha detto che i ritardi non sono imputabili al suo ufficio ma alla commissione di collaudo, la quale – a dire dei propri componenti – attende ancora che l’impresa risolva alcune contestazioni, completi i lavori e consegni le chiavi. Versione questa nettamente contestata dalla ditta costruttrice.

 

Nel condannare questo “rimpallo di responsabilità”, il presidente del comitato per lo sviluppo dell’area Gelese”, Filippo Franzone, ha annunciato una prossima mobilitazione popolare con proteste, cortei e altre manifestazioni cittadine di dissenso.

 

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