La corte d’appello di Roma ha disposto la confisca di beni per un valore di circa 150 milioni di euro a carico degli imprenditori Vincenzo e Luigi Terenzio, già indagati e arrestati nel 2009 perché in rapporti con soggetti ritenuti appartenenti alla camorra, ai casalesi e alla banda della Magliana. La confisca arriva in seguito all’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
ROMA, 1 OTTOBRE 2013 – Ingente confisca di beni, per un valore di circa 150 milioni di euro, a carico di due imprenditori di Cassina, in provincia di Roma, Vincenzo e Luigi Terenzio. I due imprenditori erano stati indagati e arrestati nel 2009, perché in rapporti con soggetti ritenuti appartenenti alla camorra, ai casalesi e alla banda della Magnana.
La corte d’appello di Roma, su richiesta della Dda di Roma e della Procura di Frosinone, ha confiscato 41 unità immobiliari, 1 albergo, 22 terreni, 10 società, 2 imbarcazioni, 35 autovetture e 48 rapporti bancari intrattenuti con istituti d credito e intermediari finanziari operanti nelle province di Roma e Frosinone.
Tra i beni confiscati va segnalato, per il particolare valore storico e culturale, il complesso monumentale di origine medioevale sovrastante una collina del Comune di Amaseno, trasformato un struttura ricettiva comprensiva di ristorante 12 bungalow, piscina e maneggio.
Gli imprenditori nel corso degli ultimi anni hanno movimentato una liquidità pari a 76 milioni di euro a fronte di redditi minimi.