Messina, arrestati due docenti dell’Università per aver falsato un concorso. Indagato anche l’ex rettore

di Redazione

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Messina, arrestati due docenti dell’Università per aver falsato un concorso. Indagato anche l’ex rettore

| lunedì 30 Settembre 2013 - 06:18

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La Guardia di Finanza di Messina ha arrestato due docenti dell’Università ritenuti responsabili di aver gravemente inquinato un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l’esito.

MESSINA, 30 SETTEMBRE 2013 – L’operazione, ribattezzata “Pacta servanda sunt”, è il risultato lunghe indagini condotte per diversi mesi, che hanno permesso di rintracciare percorsi poco chiari per accedere al mondo accademico. 

Le ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, sono state eseguite nei confronti del direttore del dipartimento di Farmacia dell’Università di Messina Giuseppe Bisignano, 63, e il professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Giuseppe Teti, 61 anni. I due avrebbero inquinato un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica all’ateneo per far vincere il figlio di Bisignano.

Indagate anche altre cinque persone tra cui l’ex rettore Francesco Tomasello, la sua delegata per comporre la commissione Maria Chiara Aversa, un docente di Camerino Sandro Ripa, uno professore di Catania Giuseppe Nicoletti, il gestore dell’economato del dipartimento di Farmacia Cesare Grillo. Tomasello avrebbe favorito con Aversa la formazione della commissione per favorire il figlio di Bisignano. Nicoletti, Ripa e Bisignano avrebbero influenzato la commissione della quale ha fatto parte Teti. 

Nel concorso oggetto delle indagini, la presenza di un candidato con un punteggio più elevato avrebbe creato qualche problema. Alla fine erano riusciti a costringere il concorrente meritevole a ritirarsi consentendo la proclamazione del candidato predesignato.

Il nome dell’operazione “Pacta servanda sunt“, ovvero “I patti vanno rispettati”, prende spunto da una intercettazione telefonica durante la quale i due arrestati concordano circa la necessità che il candidato, il potenziale vincitore del concorso, avrebbe dovuto rispettare i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.

 

L’indagine è scaturita da una denuncia per una falsa fattura utilizzata presso il Dipartimento dove lavorava uno dei destinatari delle misure cautelari e ha consentito di accertare l’appropriazione di somme da parte di quest’ultimo dalla gestione del “fondo economale” del Dipartimento con il concorso di un dipendente della medesima facoltà.

 

Il senato accademico e il consiglio d’amministrazione dell’Ateneo di Messina, hanno deciso la sospensione dei docenti. Senato e Cda, presieduti dal pro rettore vicario, Emanuele Scribano, hanno approvato all’unanimità il seguente documento: ”Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione, adotteranno ogni opportuna iniziativa prevista dalla legge, ivi inclusa la sospensione immediata dal servizio dei docenti oggetto dei provvedimenti cautelari e la costituzione di parte civile in un eventuale procedimento giudiziario. Verrà altresì sospesa la presa di servizio del vincitore del concorso oggetto di indagine per rivalutare, alla luce delle risultanze processuali, ogni profilo della vicenda. Sarà chiesta agli Uffici Giudiziari la trasmissione di tutti gli atti compatibili con le esigenze di segreto istruttorio, per consentire all’Ateneo di condurre le proprie verifiche ed adottare i provvedimenti più opportuni in relazione alla gravità dei fatti. Il nuovo governo dell’Ateneo, nel confermare sostegno e fiducia nell’azione della Magistratura, è più che mai determinato ad impedire che si verifichino episodi di illegalità”.

 

 

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