Un governo accompagnato da una selva ricca di volatili: ma vi siete mai chiesti cosa si cela dietro falchi, colombe e piccioni?
PALERMO, 29 SETTEMBRE 2013 – La selva della politica italiana non è mai stata tanto popolata prima nella storia della Repubblica: tanti, troppi, i volatili che si aggirano tra le mura dei palazzi del potere. Tutti pronti a beccare sul presidente del Consiglio Enrico Letta. Falchi, colombe e piccioni svolazzano su un governo in crisi. Ma escludendo che Renzi abbia le ali, cosa significano questi termini associati alla politica?
Falchi e colombe sono migrati nell’ecosistema della politica negli anni ’60, esattamente nel 1962 ai tempi della crisi di Cuba in piena Guerra fredda tra l’ex Unione sovietica e gli Stati Uniti d’America. E proprio negli States sorsero queste figure mitologiche, dal corpo pennuta e la bocca umana: i falchi erano quelli che assumevano posizioni rigide o aggressive nei confronti del mondo comunista; le colombe erano i fan della politica di negoziato, coloro che avevano un approccio più pacifista. Duri e puri contro morbidi e coccolosi?
Vedendo le facce di falchi e colombe di Pdl e Pd di certo non sono proprio questi gli aggettivi che vengono in mente. Per non parlare dei poveri piccioni: coloro che rischiano di essere impallinati dal fuoco incrociato o mirato degli avversari. Gente che non può certo sopravvivere nei cieli della politica italiana senza creare un diversivo, vedi chi si ritrova costretto a presentare libri di Roberto Cavalli per schivare le pallottole.
Adesso a crisi di governo avviata, il presidente del Consiglio Enrico Letta dovrà destreggiarsi tra piume e becchi, in vista della fiducia da votare per mercoledì pomeriggio: che in Parlamento sia già caccia aperta?