Il presidente Napolitano era stato molto diretto. Aveva detto: “No ad elezioni anticipate”, affermando che si vaglieranno tutte le alternative possibili prima dello scioglimento delle Camere. Il premier Enrico Letta, dopo il suo intervento al convegno organizzato a Roma dalla comunità di Sant’Egidio, è arrivato al Quirinale
ROMA, 29 SETTEMBRE 2013 – 20:26. È durato quasi un’ora e mezza il colloquio tra il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che ha lasciato il Quirinale. Con il premier era salito al Colle il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi.
Ribadita l’intesa tra Letta e Napolitano e la volontà di chiarire la situazione in Parlamento. In una nota fanno sapere che è stata attentamente esaminata la situazione degli ultimi giorni, dopo le dimissioni dei ministri del Pdl e le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi.
Il presidente del consiglio non si è dimesso, si presenterà in Parlamento per chiedere una nuova fiducia e per capire come andare avanti.
19:00. Mentre la macchina di Enrico Letta si sta avvicinando al Colle, Silvio Berlusconi è stato intervistato a Studio Aperto, lanciando un segnale molto chiaro: “Non mettiamola giù dura con questa affermazione della continuità, la continuità è un imbroglio, come quello dello spread”.
Il Cavaliere in un passaggio dell’intervista precisa: “Io avevo sperato che le larghe intese portassero l’Italia alla pacificazione, purtroppo non è stato così perché la sinistra con cui abbiamo provato a governare è rimasta quella di sempre. Letta, pur provenendo da una tradizione cattolica e democratica sembra aver preso tutti i vizi della sinistra di cui adesso fa parte, cioè quello di ribaltare la realtà a proprio vantaggio”.
E contina: “Come potevamo restare alleati di un presidente del Consiglio e di un partito che – rincara – per una sorta di rappresaglia verso i moderati decidono di far pagare ai cittadini un aumento delle tasse assolutamente evitabile?”.
“La parola deve tornare al più presto agli elettori” – ha detto il Cavaliere. “Non credo a nessun governicchio di transfughi da questa o quella forza politica: sarebbe un partito dei traditori che non credo ci meriteremmo”. Riferendosi all’assemblea del Pdl prevista per domani ha aggiunto: “Sono certo che nulla ci dividerà e alle elezioni i moderati sapranno reastare uniti. Alle ultime elezioni, Monti, Casini e Giannino hanno diviso i moderati che, altrimenti, avrebbero vinto con grande scarto”.