Enrico Letta al meeting di Sant’Egidio ha parlato per la prima volta in pubblico dopo le ultime ore che hanno portato a una possibile crisi di governo.
ROMA, 29 SETTEMBRE 2013 – Letta parla dei pocessi di pace delicati e si auspica che vadano in porto per il bene di tutti. Il premier parla soprattutto di politica internazionale, lasciandosi scappare solo alla fine del suo intervento un richiamo alla situazione di queste ore.
“Le Nazioni Unite sono il luogo del dialogo per eccellenza, il luogo nel quale ci si parla, ci si ascolta, si prendono degli impegni come quelli che abbiamo ascoltato in questi giorni da parte di presidenti che non si parlavano da decenni e che hanno ricominciato, un segno che la pace è possibile e che la politica internazionale quando è guidata da valori giusti può giocare un ruolo fondamentale”.
“Sono rimasto colpito dall’apertura dell’Iran e dalla richiesta di incontrare alcuni presidenti europei che non avevano più rapporti formali e istituzioniali con l’Iran. Se tutto rimane fermo la pace e il dialogo non ci saranno mai. E sono impossibili se non ci sono il coraggio e la forza della speranza”.
Letta richiama anche le parole del Papa e invita a lottare contro la globalizzazione dell’indifferenza. “Abbiamo davanti tantissime sfide, la pace non è ingenua è forte, è la fuga dalla responsabilità che è il cinismo. La pace è non lasciarsi andare alla rassegnazioni, quando tutto sembra essere finito, allora si aprono nuove prospettive. Tutti abbiamo provato queste sensazioni ripensando alle vicende che hanno colpito la Siria”.
Alla fine del suo intervento il premier ha fatto un lieve accenno alla situazione del nostro Paese: “Se vi scapperà qualche preghiera per l’Italia in questi giorni sarà utile per tutti noi”.