A volte capita di sperare che un sogno possa trasformarsi in realtà, ma senza aver bene in mente che dimensioni può assumere o quanto è lecito sperare. E a volte, le emozioni sono così belle che vale la pena condividerle, soprattutto per non far spegnere mai la speranza.
PALERMO, 29 SETTEMBRE 2013 – Nata da poco meno di 9 mesi, la casa editrice palermitana Edizioni LEIMA, ha già raggiunto risultati importanti. Ma adesso, con il suo primo volume, un’antologia di racconti dal titolo “Certe strade semideserte” ha addirittura attraversato l’oceano arrivando in Canada.
Il libro, infatti, è stato scelto dalla professoressa Jana Vizmuller-Zocco, docente di italiano alla York University di Toronto come libro di testo nelle sue classi. A lei abbiamo fatto qualche domanda per sapere come è nato questo ponte verso la Sicilia, considerata “un esempio positivo”.
Da quanti anni insegna italiano alla York University?
Ormai sono più di 27 anni
Come è venuta a conoscenza dell’antologia “Certe strade semideserte” e come mai l’ha scelta?
Faccio parte del Camilleri’s Fans Club, e riceviamo notizie dal presidente, Filippo Lupo, riguardanti pubblicazioni nuove che riguardano la Sicilia o gli autori siciliani.
Ho scelto questa antologia perché mi sembrava una pubblicazione adatta per i corsi di livello medio-superiore e perché pensavo avrebbe permesso agli studenti un avvicinamento a una Sicilia e a una Italia aggiornate (linguisticamente e letterariamente parlando).
Ha già usato durante le sue lezioni libri di autori siciliani e che parlano anche di Sicilia?
Normalmente, nei corsi di lingua italiana, e soprattutto di letteratura italiana, non mancano letture e discussioni di opere di grandi scrittori quali Verga, Pirandello, Sciascia, Consolo, oltre all’analisi della poesia della scuola siciliana. Personalmente ho anche tenuto corsi di linguistica sulle differenze linguistiche tra le versioni scritte e quelle filmiche di alcuni romanzi di Andrea Camilleri.
È mai stata in Sicilia?
Faccio viaggi in Sicilia dalla metà degli anni Ottanta, e sono stata in Sicilia più di 15 volte. Dalla prima volta che ho messo piede su questa isola così ricca di storia, di tradizioni culinarie, letterarie, architettoniche, politiche, musicali, ma che vive nel presente e guarda al futuro, considero la Sicilia la mia patria adottiva. Dal tempio di Segesta alla Etna/silicon Valley catanese, mi interessa tutto quello che concerne la Sicilia e i Siciliani. Ho ricevuto e tengo molto cara la cittadinanza onoraria offertami dalla Sicilian Cultural Society of Canada.
Come è vista la Sicilia a Toronto? Prevalgono i pregiudizi e gli stereotipi oppure no?
Nel passato, quando la conoscenza dell’Italia moderna e della Sicilia moderna non era molto comune, i pregiudizi erano tanti; oggi, con la maggiore e migliore possibilità di viaggi e contatti virtuali, chi conosce la Sicilia da vicino, sa che ci sono problemi ma conosce anche i tentativi per risolverli. Certo, il binomio mafia-Sicilia è presente, grazie anche alle esagerazioni di Hollywood. A Toronto abbiamo ricercatori di fama internazionale quali Antonio Nicaso che ci fanno capire quante inesattezze si sono propagate nei riguardi dei Siciliani e degli Italiani in genere e questi ricercatori lottano per una maggiore comprensione del fenomeno mafioso. Oggi, nelle mie classi universitarie di lingua, ci sono studenti di varie origini che hanno vissuto in Italia per qualche tempo, e la loro comprensione della situazione italiana aiuta a sfatare tanti miti. Molti studenti canadesi di origine italiana hanno l’intenzione di trasferirsi in Italia. Dunque, assieme alle inesattezze coesite anche l’idea che in Italia e in Sicilia la vita offre possibilità che in Nord America non esistono. Un mito positivo, dunque.
Twitter: @AzzurraSichera