In un momento particolarmente delicato all’interno del PdL, dopo le dichiarazioni forti di tre ex ministri, Agelino Alfano dichiara “Se ci saranno estremismi sarò diversamente berlusconiano. Io leale ma serve nuova Forza Italia”.
ROMA, 29 SETTEMBRE 2013 – La spaccatura all’interno del PdL sta agitanto lo scenario politico. Napolitano ovviamente non è sereno e ha dichiarato stamattina che il primo passo sarà la verifica delle condizioni per dare continuità alla presente legislatura. E stasera si incontrerà con il premier Enrico Letta per discutere della situazione. Lo scioglimento delle Camere rimane un’ipotesi ma solo se governare sarà impossibile.
Berlusconi oggi ha commentato la situazione in un post su Facebook in cui scrive: “Abbiamo pazientemente offerto soluzioni a ogni livello istituzionale per evitare di fare precipitare la situazione. Non ci hanno voluto ascoltare. Per questo ho deciso di chiedere ai ministri PDL di dare le proprie dimissioni. So bene che è una scelta dura e impopolare. Ho previsto tutte le accuse che mi stanno rovesciando addosso in queste ore e anche lo sconcerto di parte del nostro elettorato, preoccupato giustamente della situazione economica e sociale”.
“So e sappiamo distinguere – continua il Cavaliere – il reale interesse dei cittadini. Per questo motivo, se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all’Italia, noi la voteremo. Se bloccheranno l’aumento dell’Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. (…) A chi mi chiede di farmi da parte e accettare con cristiana rassegnazione la mia sorte giudiziaria, presente e futura, dico con la mia consueta chiarezza che lo farei senza esitazione, se ciò fosse utile al Paese, se il mio sacrificio significasse una svolta positiva nei rapporti tra politica e “giustizia”.
Invece per come si sono messe le cose darei semplicemente il mio avallo a una situazione di democrazia dimezzata, dove non il popolo ma i magistrati politicizzati decidono chi deve governare, dove i governi sono fatti dai giornali-partito e dalle gazzette delle procure e le leggi riscritte a colpi di sentenze.
Non sono sceso in campo per questo; non ho messo a repentaglio una vita di lavoro, di successi e di sacrifici per lasciare in queste condizioni il mio Paese”.
Prevista per domani pomeriggio alle 17 alla Camera l’assemblea congiunta dei gruppi del Pdl, dopo la richiesta di Berlusconi ai suoi ministri di presentare le loro dimissioni. Ma all’interno del partito è scoppiata una guerra interna.
“Così non va – ha dichiarato Maurizio Lupo, ormai ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti -. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri”.
Prima di lui, avevano già parlato anche Gaetano Quagliariello e Beatrice Lorenzin. “Spero nasca una posizione diversa da quella espressa ieri ad Arcore, anche per Berlusconi” ha detto Quagliariello al Festival del Diritto. In ogni caso, chiarisce, “io le dimissioni non ho avuto nessuna remora a darle. Però è evidente che se si fa in una sede in cui a discutere sono alcuni esponenti di un partito, senza il segretario, quel partito è geneticamente modificato: a questa Forza Italia non aderirò”.
Critica anche Beatrice Lorenzin: “Silvio Berlusconi è un perseguitato e il suo dramma personale è diventato il dramma di tutti noi, ma non giustifico né condivido la linea di chi lo consiglia in queste ore. Questa nuova Forza Italia sta dimostrando d’essere molto diversa da quella del ’94. Manca di quei valori e di quel sogno che ci ha portati sin qui. Ci spinge verso una destra radicale in cui non mi riconosco, chiude ai moderati e li mette fuori senza alcuna riflessione culturale, segnandoli come traditori. Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi non in questa Forza Italia”.
Sulla linea del dissenso anche Carlo Giovanardi: “Mi trovo in perfetta sintonia con le valutazioni espresse dal sen. Gaetano Quagliariello e del sen. Maurizio Sacconi, relative alla necessità di abbandonare derive estremiste mantenendo ferma la rotta dei moderati del Pdl sul bene comune dell’Italia”.
Parole molto dure sulle vicende di queste ore arrivano da Famiglia Cristiana. Che Berlusconi “avesse perso ogni ultimo filo di vera dignità” – scrive il settimanale dei paolini – “lo si sapeva da qualche mese”: con l’invito a dimettersi ai ministri Pdl “ha posto il problema della dignità personale anche a quelle cinque persone che hanno giurato fedeltà alla Costituzione”.