Letta: “O si rilancia o si chiude”, il premier è pronto a chiedere la fiducia

di Redazione

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Letta: “O si rilancia o si chiude”, il premier è pronto a chiedere la fiducia

| sabato 28 Settembre 2013 - 05:45

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ROMA, 27 SETTEMBRE 2013 – Parole forti quelle di Enrico Letta che mette in chiaro attraverso un comunicato finale che è pronto a chiedere la fiducia per proseguire il suo percorso di governo. “Dinanzi a noi c’e’ la necessita’ di un confronto il più duro e netto possibile- dice il premier – Non sono disponibile ad andare oltre senza questo passaggio di chiarezza”.

“Un’efficace azione di governo – spiega ancora Enrico Letta – è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo”. Letta avverta dunque che “o si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza”. Il premier spiega che non ha intenzione di “vivacchiare” e dichiara inaccettabile “quanto accaduto mercoledì scorso proprio mentre rappresentava l’Italia all’assemblea generale delle Nazioni Unite”. 

 

Mentre si aspetta un chiarimento della situazione sono state bloccate le decisioni governative sui principali temi fiscali ed economici, rinviando di fatot anche la “manovrina” insieme all’aumento dell’Iva, confermata anche dal ministro Graziano Delrio.  “Non so se c’è una crisi di fatto aperta, ma di sicuro è una situazione che assomiglia molto a una crisi di governo”, è questo il commento del ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, al termine del Consiglio dei ministri.

 

“Uno scambio di opinioni molto franco”, questo quello che dice Zanonato in conclusione del Cdm di ieri incui sembrerebbe che lo scontro tra i ministri sia stato piuttosto aspro. Anche Alfano usa parole dure al termine del consiglio dei ministri: “Il Pd, tra congresso e cecità antiberlusconiana, ha cacciato il governo in questa situazione”. Sottolineando che “non potremmo stare al governo se si aumentassero le tasse e non si tagliassero le spese”, il vicepremier ha infine ribadito che il chiarimento tra i membri del governo non può non comprendere la questione giustizia.  

Molto forte anche la reazione del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che si è detto orgoglioso per la tenuta dei conti pubblici, ma si definisce ” amareggiato per lo sfilacciamento della politica economica finita nelle polemiche politiche”. 

 

Quindi il Consiglio dei ministri non ha approvato il decreto che blocca l’aimento dell’Iva. A meno che, quindi, non si arrivi ad un chiarimento prima di lunedì, l’aumento dell’Iva partirà martedì alzando l’aliquota dal 21 al 22 per cento. “Dinanzi a noi c’è la necessità di un confronto il più duro e netto possibile – spiega Letta – Non sono disponibile ad andare oltre senza questo passaggio di chiarezza. Un’efficace azione di governo è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo. O si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza”.

 

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