Presentato il dossier che racconta la Palermo che sarà, quella che si candida a diventare Capitale europea della cultura del 2019
PALERMO, 29 SETTEMBRE 2013 – Ottantotto pagine per Palermo Capitale Europea della Cultura 2019: questo il dossier presentato a Roma, tra grandi aspettative e grandi cifre. Il progetto vale 377 milioni di euro e va oltre il titolo di Capitale, per diventare motore del rilancio della città, “per trasformare le proprie complessità e contraddizioni in elementi rigenerativi per il compimento di un processo di trasformazione urbana, sociale e culturale fondato sul rispetto dei diritti e della legalità”.
Tra gli obiettivi specifici presentati dal dossier, rafforzare il processo di partecipazione dei cittadini, recuperare il rapporto tra le diverse zone della città, per trasformarla in nuova città metropolitana (attraverso, ad esempio il recupero dei 9 porti che corrispondono a 9 borgate marinare), migliorare la rete di infrastrutture e valorizzare i talenti e la creatività.
Lo slogan della candidatura è “La città che vogliamo”, in rifermento ad una serie di azioni che trasformeranno la città, con particolare attenzione per i giovani, ad esempio attraverso bandi specifici rivolti alla fascia d’eta 18-25 anni e la European Young Card, carta web interattiva per la costruzione di itinerari differenziati e costi agevolati.
La città di Palermo diventa “frontiera liquida tra Medio Oriente e Mitteleuropa”: in quest’ambito si colloca il progetto L’Europa apre le porte, estensione al territorio europeo della manifestazione Palermo apre le porte. La tematica dei diritti è un elemento fondamentale del progetto, con particolare attenzione a bambini, giovani, anziani, disabili, cittadini indigenti o vittime di violenza.
A queste categorie sono dedicate molte iniziative, come A piedi nudi nel parco, Sesto Senso, L’Arte del Disagio o la creazione di un Orchestra e un Coro di giovani nel quartiere di Brancaccio. Tra gli altri progetti strategici, la Conferenza Internazionale dei Diritti Umani programmata per il 2019, di concerto con le Nazioni Unite. Parlando in termini di tempo, il progetto considera un ampio arco temporale: la città “sceglierà una data simbolica del 2018 per dare avvio al calendario delle attività attraverso una Anteprima Palermo 2019, un evento conclusivo nel gennaio del 2020 e altre iniziative fino al 2030.
La localizzazione del progetto segue tre linee-guida legate ai luoghi della città: GreenLife, dedicata alla valorizzazione dei quattro polmoni verdi della città (parco della Favorita, riserva naturale di Monte Pellegrino, parco di Ciaculli e parco Cassarà); SeaLife, con l’utilizzo del mare e degli spazi delle infrastrutture culturali (sia nuove che recuperate) lungo la costa, come la Biblioteca Internazionale dei Diritti, l’EcoMuseo diffuso del Mare, il Castello a Mare, il parco della foce dell’Oreto e il litorale di Mondello; UrbanLife, dislocatiain infrastrutture culturali in tutta la città con attività e manifestazioni come il Festival internazionale del cibo di strada e il Festino dei Diritti e della Pace (395° edizione del Festino di Santa Rosalia).
I Cantieri Culturali alla Zisa diventeranno Polo Culturale del contemporaneo: in programma, inoltre, la creazione di un Polo delle scienze, dell’innovazione e dell’energia. Previsto anche il recupero di un’area di 116 ettari, mentre l’hotel San Paolo Palace diventerà una residenza universitaria. Importante anche la creazione dei poli Islamico (con un centro di cultura, moschea e servizi annessi) e Congressuale (presso l’ex Fiera del Mediterraneo).