PALERMO, 26 SETTEMBRE 2013 – Il Comitato Regionale di Bioetica ha espresso le proprie considerazioni sul metodo stamina sopo aver esaminato la documentazione disponibile giungendo alla conclusione della “non fondatezza scientifica di tale trattamento e l’assenza di prove sia di efficacia sia di innocuità”.
“I componenti del Comitato – si legge nella nota dell’Assessorato – sin dall’avvio dei lavori, hanno evidenziato il sentito, unanime bisogno di solidarietà e di rispetto del diritto alla speranza sia per chi vive direttamente la condizione della malattia sia per tutti coloro che ne fanno esperienza attraverso i propri cari”.
“Il Comitato è pervenuto alla conclusione – continua la nota – che la “metodica” è sfornita di dati scientifici oggettivi e misurabili, su cu i si fonda la Medicina anche in materia di produzione di cellule staminali. Ha inoltre puntualizzato come le cure cosiddette “compassionevoli” devono riferirsi esclusivamente alla normativa vigente che, proprio a salvaguardia dei pazienti, non consente il ricorso a trattamenti per i quali non esistono sufficienti garanzie di sicurezza e almeno qualche evidenza di possibile efficacia, neppure in casi di estrema gravità e in assenza di alternative terapeutiche”.
“Per tali motivazioni e intendendo affermare il pieno diritto alla salute e la libertà di cura, praticate attraverso trattamenti medici, purché supportati da un fondamento scientifico, il Comitato Regionale di Bioetica si è espresso nei confronti del “metodo Stamina” pronunciando, all’unanimità, parere negativo”.
“Intendiamo rimanere accanto a tutti i malati – conclude il comunicato – e ai loro familiari confermando l’impegno ad esaminare ulteriore documentazione, ove dovesse pervenire dal Prof. Vannoni in riscontro alle richieste già formalmente avanzate dall’Assessorato della Salute, a tutela del diritto alla salute, con la necessaria verifica dei presupposti di efficacia e sicurezza delle cure”.