PALERMO, 26 SETTEMBRE 2013 – Barilla, con i suoi alti e bassi, è da sempre la marca di pasta più acquistata dagli italiani, dagli italiani all’estero e dagli stranieri. Suo lo stereotipo della famiglia tradizionale sempre felice davanti a un piatto di pasta, l’immagine più utilizzata nelle pubblicità con cui tutti noi siamo cresciuti. Uno stereotipo, appunto, che l’azienda, a quanto pare, non vuole aggiornare al passo coi tempi. “Mai pubblicità con omosessuali”, ha dichiarato il patron Guido Barilla.
Questa dichiarazione, che ha fatto infuriare il mondo Lgbt d’Italia, il presidente della multinazionale alimentare, l’ha rilasciata ieri durante la trasmissione La zanzara di Radio24. “Non faremo pubblicità con omosessuali, perchè a noi piace la famiglia tradizionale”. Forse non era nelle intenzioni, ma è suonata come una dichiarazione di guerra.
Su Twitter #Barilla è immediatamente diventato un trend. “Mai più prodotti Barilla”, “Boicottiamo”, sono alcuni dei messaggi che le comunità omosessuali, e tutti gli etero gay friendly, si stanno lanciando attraverso i social network. Una decisione che si ripercuote anche sui prodotti del Mulino Bianco, altro must dello stereotipo “famiglia felice e rurale”, anche se da mesi ormai il testimonial è il sex symbol – e icona gay – Antonio Banderas.
“L’omofobia – dice Daniela Tomasino, presidente di Arcigay Palermo – è ben radicata nel nostro Paese, a tutti i livelli. La Barilla negli ultimi decenni, con pubblicità e prodotti ha contribuito a condizionare il modello di famiglia nell’immaginario di milioni di Italiani. Ora sappiamo che si trattava di un modello ideologico, influenzato da odio e pregiudizi. Non posso non pensare che queste frasi siano emblematiche, in un Paese in cui l’impresa non assume su di sé nessuna responsabilità etica. Barilla sa che può diffondere il suo irresponsabile messaggio d’odio senza alcun freno: la legge glielo consente, e in Parlamento decine di “onorevoli” ne condividono le parole. Ne prendo atto, ma non mi rassegno. Io sicuramente da oggi sceglierò con più attenzione solo marchi locali, con principi etici più solidi: non voglio che i miei soldi arrivino a questa gente”.
E come Tomasino, sono migliaia i consumatori italiani che su Twitter stanno annunciando il proposito di rinunciare ai prodotti Barilla: “Oggi – scrive Lucia Della Casa (@luci69dc) – i biscotti del MulinoBianco non li ho mangiati. Perché io credo nella famiglia. Punto”. “Nel Mulino che vorrei – aggiunge Elia (@elijah85) – ci stanno tutti, pure i gay”. “Barilla: ‘Niente gay nei nostri spot, solo la famiglia tradizionale’. Peccato, avevo già pronto il sugo”, scrive Radio_zek (@radio_zek). E giù così per tweet e tweet. Una “battaglia” che certamente qualche strascico, pubblicitario e commerciale, per la Barilla l’avrà. Nonostante Guido Barilla pensi che i consumatori, nella scelta della spesa, “sia molto lontana da quanto viene detto sui media”.
Di seguito il link al podcast della puntata de La Zanzara con Guido Barilla:
http://audio.radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/2013/130925-lazanzara.mp3
(Leggi le scuse di Guido Barilla)