ENNA, 26 SETTEMBRE 2013 – Svolta nelle indagini durante la notte per l’omicidio di Calogero Abati, il giovane di 29 anni, accoltellato ieri a Piazza Armerina per una questione di soldi. Il Pm di turno ha infatti firmato i provvedimenti di arresto per i due titolari del bar davanti a cui è stato ucciso Abati, Guglielmo e Vincenzo Puglisi. 52 e 20 anni, rinchiusi adesso nel carcere di Enna.
Per i due l’accusa è di omicidio in concorso. Gli inquirenti hanno provato a ricostruire le fasi che hanno portato alla morte del ventinovenne, ma ancora la dinamica della discussione non è chiara. Pare però, dalla visione di alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza di alcuni locali commerciali dei dintorni, che a sferrare le due coltellate mortali, al cuore a al polmone di Abati, sia stato Vincenzo Puglisi. Il giovane è morto praticamente sul colpo.
Uno dei due fermati avrebbe fatto parziali ammissioni, mentre l’altro si è avvalso della facoltà di non rispondere. Già ieri gli agenti del commissariato di Piazza Armerina avevano rinvenuto le armi del delitto, tre coltelli, di cui uno insanguinato. Confermato il movente dell’omicidio: una somma di denaro, forse 100 euro, che Abati vantava a credito dai due arrestati per dei lavori da manovale svolti e mai retribuiti.
Momenti di tensione davanti all’ospedale Chiello di Piazza Armerina dove in pochi minuti sono giunti oltre una trentina di familiari e amici della vittima che chiedevano notizie sulle sue condizioni di salute, insistendo per vedere il giovane.
In carcere, sono state prevista misure di sorveglianza particolari per i due indagati, poichè anche Riccardo Abati, padre della vittima, Massimiliano Abati, lo zio sono detenuti nello stesso carcere in seguito all’operazione antimafia “Marea Grigia” nell’ennese.