PALERMO, 24 SETTEMBRE 2013 – Con l’inizio dell’autunno, la ripresa della routine quotidiana, il rientro in ufficio dopo le ferie, ad accompagnare l’aumento dello stress c’è, in molti casi, il picco del desiderio sessuale. Come fare per riaccenderlo? Ecco i consigli della sessuologa Laura Rivolta.
Il sole, il mare, il caldo sono stati fino a qualche giorno fa lo scenario delle vacanze. Un periodo in cui i vestiti si fanno più leggeri, si lascia ampio spazio alle scollature e ai “vedo non vedo” e la temperatura si surriscalda. E non solo quella esterna. “C’è un richiamo ai sensi più accentuato – conferma la sessuologa Laura Rivolta, psicologa con specializzazione in sessuologia di Milano. – C’è una maggiore ricettività e predisposizione, e l’atmosfera piacevole è solo il preludio di una situazione altamente eccitante”.
In più sapere che dieci minuti di rapporto sessuale in posizione del “missionario” consentono di bruciare 250 calorie, l’equivalente di una coppa e mezza di gelato, faceva venire voglia di concedersi il bis.
Ma come affrontare l’autunno in camera da letto? “Ricreando una situazione eccitante vissuta durante le vacanze” consiglia Laura Rivolta. “Un ricordo, un gesto, possono ricreare quell’input che predispone un incontro intimo della coppia. E perché no, magari preparare qualche candela e a fine giornata farsi la doccia insieme”.
L’importante è riaccendere la tensione erotica quando sembra languire, senza lasciarsi condizionare dallo stress esterno che non deve entrare in camera da letto. Oppure in qualsiasi altra stanza…
“Per una coppia diventa indispensabile avere una predisposizione positiva in questa fase di passaggio, mentre si aspetta l’inverno”, continua la sessuologa. “Con il cambio di stagione quando fuori fa freddo e piove, diventa molto piacevole ritrovare l’intimità sotto le coperte”.
E magari concedersi anche un fetta di torta. Dieci minuti di rapporto sessuale consumato in piedi sembra che consentano di bruciare ben 600 calorie, circa due fette e mezza di torta al cioccolato. Doppia goduria, insomma.