PALERMO, 21 SETTEMBRE 2013 – Sono un gruppo sparuto, non sono che pochi rappresentanti del mondo LGBT di Palermo, accompagnati da etero militanti per i diritti di tutti. Sono fieri di essere in via Bentivegna, davanti alla sede del Pd a gridare il loro sdegno a una saracinesca chiusa. Perchè dei Dem, sebbene informati del sit in, non s’è presentato nessuno a portare un messaggio di solidarietà.
“Siamo pochi, ma non ci importa. Non è una manifestazione – dice Daniela Tomasino, presidente di Arcigay Palermo – noi ci siamo soltanto incontrati qui perchè questo è un luogo simbolo di un tradimento. Non è una manifestazione contro il Pd, ma siamo qui perchè siamo arrabbiati. Nessuno puó permettersi, in alcun luogo, associazione o club che sia, puó permettersi di dire che un omosessuale è malato. Non siamo più disposti a farci trattare come esseri umani senza diritti. Noi vogliamo una legge contro l’omofobia e la vogliamo scritta veramente per proteggerci”.
La rabbia di queste persone, gay, lesbiche e trans di Palermo, è stata scatenata dall’approvazione alla Camera dei Deputati dell’emendamento Gitti per cui non “costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto”.
La sola speranza per queste persone è che la legge venga modificata durante la discussione al Senato per la seconda approvazione. “Non appena la legge sarà calendarizzata in Senato – avverte Tomasino – noi dovremo piantare le tende davanti a Palazzo Madama. Non lasciarli soli, non fargli dimenticare che ci siamo. Non possiamo non essere lì mentre decidono del nostro destino”. Da Palermo arriva anche l’appello all’Arcigay nazionale affinchè il tiro della protesta si alzi e diventi un’unica voce nazionale.
“Confrontiamoci e miglioriamo la norma in Senato accogliendo le osservazioni della comunità Lgbt”, ha detto il parlamentare regionale del Partito democratico, Fabrizio Ferrandelli. “Alcune settimane fa ho presentato all’Ars un ddl sulle unioni civili redatto insieme al comitato Pride e so che solo dal confronto e dal contributo di tutti – ha concluso il deputato – possono nascere leggi buone e condivise. Quindi, incontriamoci e verifichiamo come rendere la norma contro l’omofobia approvata alla Camera davvero efficace”.