CATANIA, 19 SETTEMBRE 2013 – Associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi con l’aggravante dall’agevolazione di Cosa Nostra sono le accuse contestate a nove esponenti della criminalità organizzata di Catania che sono stati fermati questa mattina all’alba dai carabinieri su provvedimento della Dda del capoluogo etneo.
Un’operazione antimafia, denominata “Ciclope”, che ha impegnato oltre cento militari anche nelle province di Siracusa, Agrigento e Cremona. L’indagine ha riguardato una spaccatura creatasi in seno al clan operante tra Vizzini (Catania) e Francofonte (Siracusa) dopo l’arresto del boss Michele D’Avola. L’8 agosto scorso, secondo quanto ricostruito, gli uomini fedeli a D’Avola avevano tentato di assassinare Salvatore Navanteri, che cercava di assumere la leadership del gruppo. Il fermo è stato emesso d’urgenza per fermare la ritorsione che i Navanteri stavano preparando.
”Temevamo omicidi e fughe degli indagati”, ha affermato il procuratore capo Giovanni Salvi, spiegando il perché dei fermi emessi assieme al sostituto Raffaella Vinciguerra. Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Alessandro Casarsa, ha sottolineato come “dalle indagini dei militari dell’Arma era emersa l’ipotesi reale di una ritorsione” con una “esemplare risposta armata” al tentativo di omicidio di Salvatore Navanteri. Tesi che sarebbe confermata anche dal ritrovamento di una pistola cal. 7,65, oltre a 10 chili di marijuana, durante le perquisizioni compiute la notte scorsa.
I fermati nell’ambito dell’operazione denominata ‘Ciclope’ sono Salvatore Navanteri, 58 anni, ritenuto il capo emergente del gruppo; due suoi luogotenenti, Tommaso Vito Vaina, di 48 anni, e Antonino Alfieri, di 55; il gestore della ‘cassa comune’, Alfio Centocinque, di 31 anni, e di due ‘collaboratori’ di quest’ultimo, Cristian Nazionale, di 36 anni, e Michele Ponte, di 41. Tra gli indagati destinatari del provvedimento c’è anche la moglie di Alfio Centocinque, Luisa Regazzoli. Tra i fermati ci sono anche Salvatore Guzzardi, di 32 anni, e Luciano Nazionale, di 23, indicati dagli investigatori e dalla Procura come i componenti del gruppo di fuoco che l’8 agosto scorso in un agguato esplose tre colpi di fucile armato a lupara contro Navanteri, ferendolo all’occhio sinistro. Dalle indagini dei carabinieri sarebbe emersa la figura di Navanteri che, tornato libero dopo l’arresto del boss Michele D’Avola avvenuto nel dicembre del 2012, cerca di imporre la propria leadership al gruppo.
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