NEW YORK, 18 SETTEMBRE 2013 – “Siamo il 99%”, urlavano nel 2011 i manifestanti del movimento Occupy Wall Street. Sono passati due anni ormai da quando il movimento, nato a New York il 17 settembre di quell’anno, si fece avanti criticando gli abusi del capitalismo finanziario di quel restante 1% , un’élite ristretta che possiede l’83% delle azioni in borsa.
Ieri, martedì 17 settembre, hanno festeggiato il loro secondo anniversario manifestando a Zuccotti Park, esattamente come due anni fa, in cui i manifestanti scesero in piazza con slogan e sacchi a pelo. “Wall Street is our street” recitava qualche cartello. Oppure “People before profits”.
E nel frattempo dietro tutte quelle urla e quelle scritte tracciate sui cartelli, tanta gente, tutta diversa ma con un elemento in comune: proporre una nuova realtà possibile, in cui le persone vengono prima dei profitti. Si tratta di uomini e donne che lavorano full-time, non si parla di studenti o disoccupati. I manifestanti sono tutte persone che sentono sulla propria pelle gli abusi del capitalismo.
Il movimento venne promosso dal famoso gruppo di hacker Anonymous e dal movimento Adbusters. Il nome “Wall Street” posto al movimento è simbolico, in quanto Wall Street non solo rappresenta la sede della Borsa di New York, ma anche l’epicentro dell’economia finanziaria e dunque il mirino verso cui verte la loro protesta.
Quest’anno viene richiesto dall’ Occupy Wall Street l’adozione della Robin Hood Tax, un tema portato avanti dal movimento: ad essere richiesta è una tassazione su tutte le transazioni finanziarie e gli scambi di valute.
La protesta a distanza di due anni va comunque avanti: secondo il New York Post, tra i manifestanti di quest’anno ne sono stati arrestati tre per aver fermato il traffico tra Brodway e Wall Street.