PALERMO, 18 SETTEMBRE 2013 – “Sul taglio degli stipendi dei deputati siamo caduti in una sorta di tela di Penelope, rinvio dopo rinvio, non concludiamo niente”. Dopo le dimissioni da presidente della commissione Spending review, Antonello Cracolici spiega le sue ragioni. Lo fa con toni pacati, ma senza risparmiare frecciate mirate ad alcuni suoi colleghi.
“Abbiamo fatto tante cose buone in commissione – dice Cracolici – ma corre serio il rischio che possa prevalere il traccheggiamento alla decisione. Quella per la Spending review è una commissione che nasce con un obiettivo: dimostrare che la politica è capace di autoriformarsi. Ho accettato l’incarico di presidente in nome di questo obiettivo e l’ho condiviso con i miei colleghi fin dalle prime battute, tanto che il disegno di legge che stiamo presentando è stato sottoscritto tanto da me quanto dagli esponenti come Cappello, Turano e Fontana, di tre parti politche diverse”.
Il deputato del Pd, dimissionario dalla carica di presidente, ma che comunque resterà in commissione, è inamovibile sulla sua scelta: “Sono un uomo paziente, ma se assumo una decisione lo faccio in maniera definitiva. Quanto accaduto ieri è stata solo il risultato di un clima che sentivo da tempo già pesante. Sono convinto che le mie dimissioni favoriranno un’intesa”. Alla base di questa inamovibilità, a detta di Cracolici, i tanti emendamenti a modifica del testo che da tempo è al vaglio della commissione. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ieri, è stata vedere alcuni deputati riunirsi separatamente rispetto a Pd e M5S, dando così l’idea che ci fosse una parte di commissione a sé stante interno alla commissione stessa”.
I lavori della Spending review, tuttavia, non si fermano. E’ pronta, ad esempio, la norma che ridurrà gli stipendi degli assessori tecnici da circa 14 mila euro a settemila euro netti al mese, così come proseguiranno le discussioni sugli adeguamenti degli emolumenti per non farsi trovare impreparata al 18 settembre, termine previsto per la conclusione dei lavori da parte della commissione. “Già nel corso della passata legislatura – commenta Cracolici – il consiglio di presidenza aveva deciso unilateralmente di ridurre i compensi dei deputati, non dovrebbero esserci, dunque, problemi in tal senso”.