PALERMO, 18 SETTEMBRE 2013 – C’è del marcio in Danimarca. Nordsjaelland, Copenhagen, cambia l’avversario ma il risultato è sempre lo stesso. La Juventus in Danimarca non va oltre il pareggio. Nonostante un tiro a segno (parole testuali di Antonio Conte a fine match) andato avanti per quasi tutti i novanta minuti. Ma come l’anno scorso con gli esordienti del Nordsjaelland, anche con i più smaliziati campioni in carica attuali si è visto lo stesso copione.
Danesi in vantaggio e Juve a inseguire dopo appena un quarto d’ora. Nicolai Jorgensen sfrutta la confusione creatasi in seguito a un cross dalla destra, approfitta delle incertezze difensive di Chiellini, e trafigge Buffon. La sensazione di già visto è viva e fortissima. Da quel momento parte un assalto all’arma bianca che produce l’unico effetto di esaltare le qualità del portiere avversario Wiland.
A guidare la difesa è l’ex bianconero Mellberg che davanti ai suoi compagni registra ottimamente il pacchetto difensivo e lo guida a una prestazione maiuscola. Sembra di rivedere il classico catenaccio all’italiana che tanta fortuna ci ha portato una volta attraversate le Alpi. Ma la Juve di Conte è diversa. Lavora ai fianchi il suo avversario, attraverso la corsa continua dei suoi esterni e sfrutta il movimento delle sue punte per portare al tiro il giovane fenomeno Pogba e il tuttofare Vidal.
Nella ripresa l’assedio sembra destinato a far crollare le resistenze danesi, ma Wiland è un vero baluardo. Vidal, Giovinco, entrato a dar brio e velocità contro una difesa di lungagnoni, ci provano fino alla rete di Quagliarella che evita la figuraccia alla sua squadra. Figuraccia sì, perché i campioni danesi non sono più quelli capaci di raggiungere gli ottavi qualche anno fa. Attualmente sono terz’ultimi nel loro campionato, a tredici punti dalla vetta e con un solo match vinto in otto partite.
Nei minuti di recupero potrebbe arrivare la beffa per gli uomini di Solbakken. Tevez ha la palla d’oro che potrebbe portare i tre punti. Ma sarebbe troppo per la dea Eupalla di breriana memoria. L’1-1 è il risultato più giusto. Ma Conte è insoddisfatto. Le pareti dello spogliatoio dello stadio avranno sicuramente tremato. Questa Juve, se vuole dire la sua in Europa, ha bisogno di dare qualcosa in più.