PALERMO, 16 SETTEMBRE 2013 – Al vetriolo il secondo pizzino del governatre Crocetta. Dopo l’incontro di ieri con i vertici siciliani del Partito democratico, il segretario Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi, c’è di nuovo tensione tra presidente della Regione e maggioranza parlamentare.
Al centro della disputa il “solito” rimpasto di Giunta, voluto – anche con una certa fretta – dagli esponenti del Pd, mentre Crocetta continua a definirsi “indisponibile”. “Mentre la realtà ci chiede di essere tutti quanti più responsabili, di costruire un nuovo rapporto tra partiti e cittadini, c’è chi pensa ancora che essere dirigente di un partito significa solo rappresentare una parte. Solo che nel nostro paese nessuna delle parti è maggioranza ed è costretta a ragionare con gli altri; ma i partiti al loro interno hanno più parti, aree, sensibilità culturali e, ogni parte, pretende sempre di avere la verità”.
“Vivo in una situazione caotica, sono stato eletto dal popolo ma da 9 mesi il mio partito vuole rimpastare il governo. I partiti non capiscono che le istituzioni sono un’altra cosa”, ha detto il governatore della Sicilia alla trasmissione “L’aria che tira” su La7.
“L’ultima di stamane è che io tratterei il Pd come un ospite. E io di quale partito faccio parte? Che titolarità hanno altri dirigenti del Pd a sentirsi più dirigenti e più rappresentativi di me?”, attacca Crocetta. “Sicuramente ce l’hanno il capogruppo, il segretario, ma non penso che un qualsiasi dirigente possa ergersi a rappresentare un partito. è un gioco surreale, con il quale si vuole continuare a dettare, in maniera fittizia, l’agenda delle istituzioni – aggiunge – portando avanti la guerra da ultimi giapponesi. Solo che io sono un uomo di pace e delle istituzioni e le rappresento legittimamente. Sono anche un uomo di partito, leale, ma credo che oggi il modo di fare politica sia diverso rispetto all’800. Il partito dialoga con la società e con essa si confronta: è il nuovo patriottismo che abbandona le armi”.
E, restando in una metafora storica, il presidente della Regione definisce “giapponesi” i rappresentanti del partito. “Chi è più patriota degli ultimi soldati giapponesi? Dopo almeno 30 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, li hanno ritrovati nelle foreste armati di fucile, pugnale, elmetti con le foglie, pronti a sparare sul nemico. Solo che il nemico non c’era più perché c’era la pace e che il nuovo modo di essere patrioti non era più combattere in guerra ma quella di costruire intese, rilanciare l’economia, costruire un tessuto democratico nuovo, un rapporto nuovo con i cittadini”.
E a sostegno del governatore, e dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi, si è schierato questa mattina anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco. “Stento a credere – ha detto Bianco – che qualcuno nel Pd possa chiedere la sostituzione di Luca Bianchi come assessore regionale al Bilancio. Certamente questa non è la posizione del Pd, del suo segretario; in ogni caso non è la mia, non è quella degli amministratori locali del centrosinistra”. “è uno dei migliori assessori della giunta Crocetta, ha credibilità e prestigio nel mondo dell’economia in tutto il Paese e sta operando nel comparto più difficile con competenza, con rigore, con equilibrio. Bianchi – ha concluso Bianco – non si tocca. La Sicilia ha bisogno di lui per una efficace azione di rilancio”.