PALERMO 15 SETTEMBRE 2013 – Indossano delle magliette dedicate a don Puglisi e sono arrivati a Palermo con un Ford Transit comprato di seconda mano e significativamente chiamato “Pino il pulmino”. I primi a giungere nella Cattedrale di Palermo a rendere omaggio a don Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso da Cosa nostra venti anni fa, sono alcuni ragazzi di Sant’Agata di Militello.
In nove, dai 18 ai 30 anni, eccoli qui “purtroppo senza un fiore, ma preferiamo portare con noi tanti semi lasciati da padre Puglisi”, dice Fabrizio Nocifora, ingegnere 29enne del gruppo. “Siamo arrivati a Palermo questa mattina – aggiunge Rosalba Costa, laureata in lingue e impiegata in un’azienda privata – abbiamo visitato il quartiere e la parrocchia di Brancaccio dove celebrava messa padre Puglisi. Con i volontari del centro di accoglienza Padre Nostro. Ci conosciamo da tempo, siamo 14 in tutto, oggi solo una delegazione di noi è qui, ma eravamo anche al Foro italico per la proclamazione a beato del parroco di Brancaccio”.
Il gruppo di amici da circa un anno porta in giro il messaggio di padre 3P “con semplicità – sottolineano – non era tipo da desiderare si facessero monumenti, preferiamo fare qualche iniziativa per il nostro territorio, autofinanziandoci. Vogliamo portare in giro un messaggio di gioia, come le nostre magliette, usando il sorriso”. In questo senso vanno le iniziative di solidarietà per raccogliere farmaci da spedire in Africa o manifestazioni come “bimbimbici”, organizzata con la collaborazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che ha visto la partecipazione di circa 350 bambini oltre i loro genitori. “Lavoriamo molto con la parrocchia di Santa Lucia di Sant’Agata di Militello, e cerchiamo di portare la testimonianza di portare Puglisi in ogni nostra iniziativa”.
La Cattedrale si è popolata di fedeli giunti per portare un fiore e un saluto a padre Pino Puglisi, nel ventennale della sua uccisione. “Siamo qui per testimoniare che la nostra terra non venga ricordata come terra di mafia, ma come un luogo che ha saputo dare dei doni come solo la terra nuova riesce a fare”. Lo ha detto il parroco di Brancaccio, Maurizio Francoforte, che ha ricordato insieme al sindaco Leoluca Orlando e Maurizio Artale, presidente del centro Padre nostro, padre Pino Puglisi.
In tanti stringono una rosa gialla tra le mani e leggono lettere dedicate al sacerdote. “La testimonianza di don Puglisi, interrotta dalla sua morte, ha rotto l’ultimo pezzo di complicità nella città nei rapporti tra mafia e chiesa”, ha detto il sindaco Leoluca Orlando.
Le manifestazioni sono continuate a Anita Garibaldi, nel quartiere Brancaccio, a Palermo, dove padre Puglisi fu ucciso il 15 settembre di 20 anni fa. Tante le persone del quartiere, gli scout e i volontari di diverse associazioni. Su ciascun balcone che circonda il piazzale sono decine i lenzuoli bianchi e tante le persone affacciate per ascoltare la celebrazione della messa.
“Don Pino ha donato un sorriso, ha dato la sua disponibilità a Dio e ha sigillato col suo sangue la sua dedizione al quartiere di Brancaccio e il suo amore alla Chiesa. Ad attenderlo c’erano odio, tenebre e violenza”. Così ha esordito l’arcivescovo Paolo Romeo, che celebra nel piazzale Anita Garibaldi la messa di anniversario. In prima fila, nel piazzale gremito dagli abitanti del quartiere, tra gli altri, il prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, il sindaco, Leoluca Orlando e Francesco Puglisi, uno dei fratelli di padre Puglisi.
Sul palco anche un frammento osseo, reliquia del parroco proclamato beato. A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo.