PALERMO, 14 SETTEMBRE 2013 – L’avviso era stato già dato ieri dall’assessore Stancheris: “L’attività di commissariamento dei teatri ha fatto sì che, grazie ai tecnici che hanno risposto all’appello, si sia potuto dare il via ala stagione artistica in tutta la Sicilia”. Così, con la presentazione del Barbiere di Siviglia diretto dal maestro Stefano Montanari, già primo violino concertatore e direttore dell’Accademia Bizantina di Ravenna, si apre la stagione concertistica del Teatro Massimo di Palermo.
Il programma è di tutto rispetto, dopo le mille difficoltà che lo scorso anno hanno portato addirittura alla cancellazione del Siegfrid e de Il Crepuscolo degli dei, le opere di Richard Wagner programmate per lo scorso ottobre e dicembre a completamento della tetralogia del Ring voluta dall’ex sovrintendente, Antonio Cognata, poi rimpiazzato dall’attuale gestione commissariale, perché ritenute troppo onerose.
“Il modo con cui sono state affrontate le difficoltà economiche e amministrative – dice a Si24 Fabio Carapezza Guttuso, commissario del Teatro Massimo – ha sempre rispecchiato la volontà di non perdere nessun pezzo del teatro, per questo ci presentiamo con un programma importante riempiendo di significati i titoli che avevamo dato e che vedranno sul palco artisti come Eleonora Abbagnato, che interpreterà una splendida Carmen e grandi maestri. Il Teatro Massimo, inoltre, rivede i prezzi dei biglietti, venendo incontro agli abbonati nei momenti di crisi”.
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Ma non è tutto, tra le tante novità, anche il ripristino di quello che l’architetto Giovan Battista Filippo Basile aveva progettato per essere il caffè della struttura e che a breve riprenderà la funzione per cui era stato pensato. “Il Teatro Massimo – continua il commissario Carapezza – ragiona sul fatto che è un monumento di se stesso e restituisce alla città uno spazio importante, un luogo che Basile aveva pensato come caffè letterario per cui noi abbiamo fatto una gara che si concluderà il trenta settembre, a cui abbiamo invitato tutti i brand più importante. Vogliamo che diventi sono solo un luogo per prendere un caffè, un aperitivo o per mangiare, ma anche per poter discutere, per potere avere un rapporto con il teatro. Vogliamo che sempre più la città veda restituito il suo Teatro Massimo su una logica di trasparenza ma soprattutto di appropriazione. Questo è un luogo in cui le persone devono sempre più godere della buona musica, ma anche di un buon caffè”.
