PALERMO, 13 SETTEMBRE 2013 – L’intervento militare sembrava a un passo. Le affermazioni di Assad sulle distruzioni delle armi chimiche hanno segnato un momento di discontinuità, così adesso si comincia a parlare di colloqui di pace. Il segretario di Stato americano, John Kerry, dopo un incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha parlato di fine settembre come periodo in cui verrà stilato un calendario che preveda la data dei colloqui di pace sulla Siria. Colloqui che si terranno a Ginevra. Insomma, sembra proprio che la diplomazia di entrambe le parti stia riuscendo a scongiurare una guerra che sembrava ormai annunciata.
Intanto la Siria dovrebbe dare inizio alle operazioni di consegna delle armi chimiche in possesso del suo esercito. Alcune fonti anonime dell’amministrazione Usa informano, però, che un’unità militare dell’elite dell’esercito siriano starebbe dando vita ad un’azione di contrasto imprevista, disseminando le armi in decine di siti sparsi per il Paese. Tutto questo renderebbe più difficile un eventuale bombardamento nemico di siti strategici.
Nel frattempo, in vista della festività dello Yom Kippur, Israele chiude il suo spazio aereo per l’intera giornata. Dalle 14 locali di venerdì fino alla tarda serata di sabato, nessuno potrà sorvolare lo spazio aereo israeliano. Chiusi anche i valichi con la Cisgiordania e adottate misure di sicurezza straordinarie in tutto il Paese. Tra l’altro, proprio 40 anni fa in occasione del Kippur, Israele subì un attacco a sorpresa proprio dalla Siria e dall’Egitto. E viste le ultime tensioni internazionali provocate dal paese di Assad, la chiusura dello spazio aereo assume una valenza più ampia.
A questo punto la domanda è d’obbligo: le dichiarazioni di Assad, rilasciate “urbi et orbi” in favore di telecamera, quanto possono essere tenute in considerazione? Si tratta di un modo per prendere tempo e valutare l’impiego di una nuova strategia? Al momento non è dato saperlo, però queste ultime decisioni non lasciano del tutto tranquilli gli osservatori internazionali. Le due superpotenze in gioco, Usa e Russia, hanno trovato un accordo di principio: “Nessuno dovrà mai utilizzare armi chimiche”. Questo è stato dichiarato all’unanimità da Kerry e Lavrov. Ma le manovre di Assad danno da pensare. Il presidente siriano ha detto chiaramente di non accettare ulteriori minacce da parte degli Stati Uniti. Kerry ha iniziato a parlare di colloqui di pace, adesso ci si aspetta che Assad dia seguito alle sue stesse parole.