Racket, è scontro su Facebook tra la Confindustria e la Confcommercio siciliane

di Redazione

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Racket, è scontro su Facebook tra la Confindustria e la Confcommercio siciliane

| venerdì 13 Settembre 2013 - 16:34

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PALERMO, 13 SETTEMBRE 2013 – Racket, Libero Grassi e Gregory Bongiorno: sono gli ingredienti di una feroce polemica in corso tra Confindustria Sicilia e il presidente della Confcommercio siciliana, Pietro Agen. 

 

A scatenare il botta e risposta è stato un post su Facebook pubblicato da Agen, sul suo profilo personale, lo scorso 6 settembre, al quale oggi replica l’associazione degli industriali con una nota ufficiale. Dopo aver appreso la notizia che il presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno, aveva denunciato i proprio estortori ammettendo di aver pagato per anni il pizzo, Agen ha scritto: ”Ho appena ascoltato su Radio regione interviste e dichiarazioni che mi lasciano allibito: chi nel 2013 denuncia il racket, dopo aver pagato fino al 2007 ed aver smesso solo perche’, casualmente, avevano, allora, incarcerato gli estortori, diventa un esempio e si ha anche il coraggio di citare, senza vergognarsi, Libero Grassi che gia’ nel 1993 scriveva un messaggio che non poteva non toccare il cuore e la mente delle persone perbene ed in possesso di un minimo di attributi”.

 

Continua Agen: ”Messaggio che invece , evidentemente, in quel di Trapani non era giunto!”. E rincara: ”Il nuovo ‘Eroe’ non aveva neppure ricevuto il forte segnale che negli anni novanta era partito prima dall’Acio di Capo d’Orlando e poi da Siracusa, Catania e da altri territori in cui si era sviluppata, con la creazione delle associazioni Antiracket , la reazione, figlia del pensiero di Libero Grassi”. ”Forse era distratto allora, come, per altro, appare reticente oggi – conclude – nel rispondere alle domande su presunti rapporti fra suo padre e la mafia, se questi sono gli esempi per i giovani … che il Signore ci aiuti”.

 

Per Confindustria Sicilia, che manifesta ”grande sconcerto”, Agen ”trova argomenti risibili e offensivi per delegittimare chi ha appena avuto il coraggio di mandare in galera gli estortori, come è successo a Castellammare del Golfo a Gregory Bongiorno”. ”Agen tira in ballo a sproposito le associazioni antiracket – prosegue la nota degli industriali – e si erge a difensore della memoria di Libero Grassi del quale dimostra di non conoscere neppure la data della morte. Sappia Agen che le associazioni antiracket sono costituite prevalentemente da imprenditori che hanno pagato il pizzo anche per anni prima di denunciare e al loro interno non è mai stata fatta una graduatoria fra i più puri ed i meno puri”.

 

”Con questo spirito il movimento antiracket e Confindustria Sicilia – prosegue – collaborano da anni ottenendo risultati concreti che hanno determinato cambiamenti sostanziali a svantaggio di Cosa nostra. Vedi Gela e Palermo”. Per Confindustria ”Agen piuttosto che cercare argomenti per delegittimare chi denuncia, guardi all’interno della sua associazione e troverà tante vittime del racket che non vanno offese ma aiutate: e se trovasse fra i suoi iscritti o i dirigenti un rappresentante di una famiglia notoriamente mafiosa, come gli Ercolano di Catania, farebbe bene a liberarsene”.

 

(Fonte Ansa)

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