Gruppo Riva ferma tutti gli impianti italiani: 1500 esuberi

di Redazione

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Gruppo Riva ferma tutti gli impianti italiani: 1500 esuberi

| giovedì 12 Settembre 2013 - 15:15

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ROMA, 12 SETTEMBRE 2013 – Un nuovo duro colpo all’economia del paese. Il gruppo Riva, proprietario dell’Ilva, dopo il sequestro di beni e di conti correnti da 916 milioni di euro (tra cui 71 milioni di azioni Alitalia) effettuato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Taranto, annuncia 1.500 esuberi.

Il sequestro non consente più al gruppo di pagare gli stipendi. Le società sono sparse in tutte Italia, l’operazione delle Fiamme gialle riguarda decine di società appartenenti al gruppo. A Taranto, l’unica società interessata sarebbe ‘Taranto Energia’, che ha 114 dipendenti. A questo proposito infatti l’azienda ha dichiarato che “non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento di Taranto”.

 

Da oggi cesseranno tutte le attività di Riva Acciaio, tra cui quelle produttive degli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva energia e Muzzana trasporti). La fabbrica di Taranto, sotto la tutela della legge salva Ilva, rimane salva.

 

“La decisione – afferma la società in una nota – comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività”.

 

“Riva Acciaio – si legge ancora nel comunicato dell’azienda – impugnerà naturalmente nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell’azienda, in lesione della sua autonomia giuridica, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali”.

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