PALERMO, 11 SETTEMBRE 2013 – La prima rata dell’Imu è andata, probabilmente anche la seconda e adesso i contribuenti dovranno affrontare le addizionali Irpef 2013 comunali, l’ultima mossa di 1.989 sindaci per cercare di far quadrare i conti.
267 municipi hanno deciso di applicare l’aliquota massima (0,8 per cento), mentre altri 164 comuni hanno preferito una strada meno radicale introducendo degli scaglionamenti in base al reddito.
Messina è il comune siciliano ad aver applicato l’aliquota massima e unica indipendentemente dalla fascia del reddito. La stessa strategia è stata adottata, tra gli altri, anche dai comuni di Biella, Campobasso, Chieti, Follonica, Gioia Tauro, Imperia, Montebelluna, Montecatini, Rieti, Belluno, Capri, Prato, Bergamo, Ravenna, Prato, Jesolo e Pisa.
Milano applicherà l’aliquota unica solo per quei redditi che superano i 75mila euro. Proprio la città lombarda ha abbassato la soglia di esenzione da 33.500 euro a 15mila. Bologna solo per i redditi che superano i 12mila euro, Genova oltre 10mila e Trieste oltre i 7.500 euro.
L’addizionale era stata applicata anche l’anno scorso da 6.610 comuni, ottenendo un incasso complessivo di circa 3,6 miliardi di euro. Un mese fa, Confcommercio aveva portato alla luce i risultati in uno studio sulla pressione fiscale locale, il cui gettito è passato da 18 a 108 miliardi di euro, tra il 1992 e il 2012.
Questo studio rileva che negli ultimi 20 anni, il gettito derivante dalle imposte a livello locale è aumentato del 500 per cento. L’imposizione da parte dello Stato, invece, cresciuta del 95 per cento, da 186 a 362 miliardi di euro. Proprio il gettito Irpef è cresciuto del 1,4 per cento.